18 anni di Pallamano per Daniele Gentile, pivot, e oggi capitano della squadra

Ne ha di trascorsi, avventure, ricordi, gioie e borsoni riempiti e poi svuotati il pivot Daniele Gentile, capitano della squadra della Pallamano Crotone che dovrà affrontare il nuovo campionato di Serie B: «In questo momento difficile siamo stati costretti a fermarci per forze di cose e stare lontani dal nostro parquet che oserei considerarlo quasi “sacro”, perché non si può capire quanto è doloroso distaccarsene».

I suoi allenamenti procedono individualmente, e solo chi lotta su ogni palla e ama questo sport può capire che sensazione si prova: «Ti manca tutto, ti manca l’atmosfera che c’è all’interno, il contatto, ti manca l’odore che c’è, ti manca indossare la maglia e lottare fino alla fine su ogni palla. Il mio amico Roberto Perri (un folle della Pallamano), appena ritorna dal suo lavoro oltre oceano si presenta già in divisa pronto a scendere in campo. Le mancanze sono mille, sono veramente tante».

Lo scorso campionato, come tutti gli sport, è stato interrotto a causa della pandemia Covid-19: «Pensando alla scorsa stagione ci siamo dovuti fermare proprio quando stavamo raccogliendo i frutti del duro lavoro fatto nei mesi precedenti. Dopo un avvio difficile dove la squadra era completamente nuova, abbiamo inserito molti Under validi, alla fine siamo riusciti a trovare la quadra, questo è il mio rammarico, perché potevamo crescere ancora tanto e fare divertire i nostri tifosi, visto il nuovo gioco che stavamo sviluppando, Difesa forte e via ripartendo subito in Prima e Seconda Fase».

Daniele Gentile è entrato nella squadra crotonese nel 2020: «Mi sono avvicinato a questo sport quasi per gioco perché vedevo un mio amico che andava sempre via mentre giocavamo sotto casa… e un giorno l’ho seguito e la pallamano mi ha appassionato fin da subito». É diventato maggiorenne in squadra Daniele Gentile, oggi capitano di questa rosa: «Possiamo toglierci molte soddisfazioni, e mettere in difficoltà chiunque. I miei compagni? Mi devono un regalo...».

 Danilo Ruberto