#8marzo | Pari Opportunità: “Rimanere in silenzio per esprimere solidarietà alle donne ucraine”

Tutti noi, alunni di vita, abbiamo studiato nei libri di storia quanto male possa fare una guerra. Uomini, donne e bambini che hanno visto la loro dignità usurpata spesso con violenza inaudita.

Una guerra è una guerra, che sia contro un nemico invisibile come il Covid-19 o contro un nemico visibile, audace, animato da vanagloria e potere. Ed è proprio questa fame e sete di potere che spinge l’uomo a cadere nel più basso cerchio infernale della storia. La guerra. Quella cruenta, quella che non risparmia nessuno. Allievi incapaci di apprendere e comprendere quanto la storia, la nostra storia ci ha insegnato e ci insegna ogni giorno.
In questi sono tante le belle parole, le manifestazioni di vicinanza che però restano solo tali, perché quando è il momento poi di rimboccarsi le maniche si preferisce farsi da parte piuttosto che prendersi dei rischi e osare.

Nella Giornata Internazionale dei Diritti della Donna, la Commissione Pari Opportunità del Comune di Crotone, ha deciso di rimanere in silenzio ed esprimere forte commozione e solidarietà a tutto il popolo ucraino e, in modo, particolare alle donne.
Negli occhi di tutti noi e del mondo intero, infatti, sono vive le immagini di quelle donne che stanno combattendo eroicamente per difendere la propria patria e la propria libertà. Sgomento, paura, angoscia ma anche forza, coraggio di lasciare tutti i loro affetti e portare via i propri figli dalla propria terra che ora trema. Ed è proprio lontano dai tavoli e dalle trattative si combatte la guerra più importante, quella della sopravvivenza, quella di tenere accesa, per quanto possibile, la sottile luce della speranza.

In Ucraina donne, ragazze e bambine rischiano di diventare il fronte invisibile del conflitto, vittime di una violenza non raccontata. Non solo l’orrore della guerra anche violazioni di diritti inaccettabili come la violenza sessuale possono oggi diventare la normalità.
Il dramma dei profughi del conflitto in Ucraina scuote l’Europa. Abbiamo visto che nel giro di una settimana sono oltre un milione le persone fuggite, ma quello che stiamo vedendo potrà diventare la più grande crisi di rifugiati in Europa.

Il nostro paese si sta mobilitando con una serie di iniziative solidali da parte di associazioni, soggetti privati. Anche la nostra città in questi giorni ha dimostrato grande sensibilità rispondendo al grido di dolore giunto dalle terre devastate dal
A tutti gli organi di stampa
conflitto. Molte famiglie si stanno, infatti, attrezzando per accogliere i profughi, in particolare bimbi strappati ai loro affetti.

La commissione Pari Opportunità propone un tavolo insieme alle politiche sociali e alle associazioni di volontariato, centri di accoglienza per poter fronteggiare questa emergenza umanitaria. Facciamo nostro il monito: Aiutiamo queste famiglie, apriamo le porte del nostro cuore e delle nostre case.
Come riportato nel libro di Svjetlana Aleksievic giornalista e scrittrice bielorussa vincitrice del Nobel per la letteratura nel 2015 “La guerra non ha un volto di donna”.
Le donne non invocano mai la guerra. La donna dona e custodisce la vita, non la toglie.




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