A bordo di un barcone con un panino e una mela: “In quel 2015 sono stato fortunato”

A bordo di un barcone con un panino e una mela: “In quel 2015 sono stato fortunato”

Ieri mattina la tragedia di vite umane che hanno perso la vita durante i viaggi tra le onde, per lasciare le proprie terre ed assicurarsi una vita migliore. Il Mediterraneo per anni è stato, ed è, un grande cimitero senza croci piantate.

In centro città ieri mattina, domenica 26 febbraio, vi era poca gente, tranne il timido via vai delle 10,00 verso le messe parrocchiali o nei bar, tra un caffè e i dolci per il pranzo. La nostra attenzione è stata catturata da un ragazzo tra coperte di fortuna e qualche carta di brioche di supermercato.

Ho concluso un progetto in Italia, da sei mesi vivo dove mi capita”. È giovane, non ha ancora raggiunto i trent’anni, e anche lui ha attraversato il Mediterraneo su di un barcone:  Li si rischia la vita, la gente rischia tra quelle onde, molti muoiono”.

È arrivato qui nell’agosto 2015, e ci dice che il suo viaggio è durato qualche giorno di navigazione: “Freddo e fame, posso dire questo”. Aveva a bordo solo un panino e una mela, e qualche bottiglietta d’acqua che gli veniva fornita: “Molti vivono, molti muoiono. Io sono contento di essere qui, ma per molta gente sono dispiaciuto, non è bello che qualcuno ti muoia sotto gli occhi. Sono qui in Italia, ma dobbiamo contare quelli che non ce l’hanno fatta”.

Poi ci congeda così: “Ho avuto molta paura in quei giorni di navigazione”.  Ha continuato la sua giornata uguale alle altre, in un”anonima domenica di febbraio. Quando ci siamo avvicinati, non sapeva della tragedia accaduta. Non aveva smartphone con se, ma solo le mani in mano, guardando quelle coperte stipate in un centro città del Sud Italia.

danilo ruberto

 

(foto d’archivio)