Audizione il 30 maggio, presso la Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, dell’Avv. Pierluigi Di Palma, Presidente ENAC, sulle linee guida di aggiornamento e revisione del Piano Nazionale Aeroporti. Lo rende noto la deputata crotonese Elisabetta Barbuto la quale precisa quanto emerso nel corso dell’audizione anche per fare chiarezza in merito allo scalo pitagorico.
La novità assoluta è la centralità del concetto di rete integrata su basi territoriali che verrà costituita, laddove non esistente, e potenziata, laddove già esistente. Come ? Partendo, pertanto, dall’analisi dei singoli territori e mettendola a sistema con i fattori socio-economici caratteristici della zona si punta alla sostenibilità e alla intermodalità e a razionalizzare le diverse componenti di traffico della stessa area di riferimento per individuare e valorizzare il ruolo dei singoli scali e per razionalizzare ed efficientare, quindi, l’intera rete di trasporto aereo nazionale. Le linee guida mirano, insomma, alla definizione del ruolo dei singoli scali; all’individuazione delle condizioni per una maggiore intermodalità dei trasporti; all’implementazione delle tecnologie avanzate applicate al trasporto aereo, con particolare riferimento all’aerospazio e all’urban/advanced air mobility;, alla pianificazione strategica per la rete di trasporto aereo minore e di aviazione generale e alla definizione di una rete nazionale per l’air cargo.
La rete calabrese sarà, pertanto, oggetto, al pari di altre reti territoriali come la toscana, la pugliese, la campana e la siciliana orientale, del PNA con l’obiettivo sia di privilegiare l’esistente, quindi, e ottimizzarlo con le migliori tecnologie disponibili , limitando il ricorso a nuove realizzazioni e, quindi, al consumo di territorio solo nei casi assolutamente indispensabili e nel caso di evidenti benefici ambientali, sia di superare la conflittualità tra scali situati a distanze medio brevi nell’ottica di specializzazione dei ruoli di ciascun aeroporto rispetto a quelli di rilevanza strategica. Il nuovo piano, inoltre, dovrà contenere indicazioni per lo sviluppo a scala nazionale degli aeroporti minori , cioè quelli che hanno un traffico inferiore al milione di passeggeri per anno, rendendoli organici alle strategie della intera rete anche per evitare che l’equiparazione degli stessi all’interno della stessa rete finisca con il penalizzarli con dei costi maggiori ed insopportabili come evidenziato dallo stesso Presidente ENAC nel corso dell’audizione.
“ Questa è una svolta che già da tempo auspicavo “ ha dichiarato la deputata Barbuto “ al fine di razionalizzare il traffico delle tre realtà aeroportuali calabresi con una attenzione particolare alla domanda dei singoli bacini territoriali – cui si aggiunge oggi una specializzazione dello scalo – per evitare che una gestione condotta esclusivamente con criteri societari potesse penalizzare lo scalo pitagorico o, comunque, uno degli scali a vantaggio di un altro. Il nostro territorio sa perfettamente cosa significa gestione unica su criteri esclusivamente societari. Un esempio lampante ne sono i risultati dell’inchiesta degli ultimi giorni sulla stampa locale che sono stati oggetto di specifica domanda da parte mia nel corso dell’audizione. La risposta non lascia adito a dubbi. Sicuramente i vettori hanno le loro responsabilità. Ma anche la società di gestione lasciando che ciò accada viene meno all’impegno assunto in sede di rilascio della concessione. Quello dell’impegno allo sviluppo dei tre scali calabresi che però, soggiacendo a mere logiche di mercato, conduce a distorsioni evidenti”.
“ Ho già chiesto”, conclude “ un appuntamento con il nuovo manager della SACAL che so, nei giorni scorsi, essersi incontrato con i vertici ENAC. In attesa dell’adozione del PNA e della concreta attuazione delle linee guida , intendo chiedere nell’immediato quali sono le sue idee e le sue strategie per lo scalo crotonese, a partire dalla vicenda caro biglietti. Restiamo, infine, in attesa della conferenza dei servizi per gli oneri e del volo su Roma, atteso l’invio da parte della Regione della relazione integrativa effettuato soltanto negli ultimi tempi. Ribadisco, infatti, che lavorare senza la collaborazione fattiva di tutti ed in particolare degli organi competenti, risulta estremamente difficile se non impossibile. Né è ipotizzabile che il ruolo di un parlamentare nazionale si possa ridurre ad un continuo sollecito di ciò che normalmente chiunque ne abbia la responsabilità, deve eseguire tempestivamente e nell’interesse della collettività”.

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