Santa Severina – “Tra Asclepio e Ippocrate: medicina religiosa e medicina laica nel mondo antico”
Si è inaugurato con la Lectio Magistralis del prof. Giuseppe Squillace, docente di Storia Greca dell’UNICAL, il percorso con curvatura biomedica per il triennio 2021/2024 del Liceo Classico “D. Borrelli” di Santa Severina. L’indirizzo biomedico è attivo nel Liceo Siberenense già dall’anno scolastico 2018/2019 e nasce con l’intenzione di preparare gli studenti che intendono proseguire gli studi universitari nelle discipline medico sanitarie e scientifiche in generale, avvalendosi di lezioni di medici e specialisti oltre alle ore aggiuntive tenute dagli insegnanti curriculari di biologia, chimica e fisica della scuola.
Come si curavano gli antichi Greci? Uomini e donne avevano accesso in egual misura alle cure mediche? Qual era il confine tra scienza e religione nel mondo antico?
Questi sono solo alcuni dei quesiti a cui il prof. Squillace ha cercato di rispondere nel suo intervento. La “cura” è un elemento che interessa alla letteratura, che ripercorre le fonti antiche attraverso due strade che sono vicine ma anche distinte: tra Asclepio, che è il dio della medicina, e Ippocrate, il medico che vive tra il V e il IV sec. a. C. Tra magia, dunque, e pratica medica. Elleboro, Achillea, Centaurea, Chironea erano le piante usate per curare le malattie. Quasi tutti i nomi di queste piante rimandano a personaggi della mitologia antica (Achille, Chirone), che si tramanda usassero pratiche mediche. Non c’era differenza tra medicina religiosa e medicina laica, così come non c’era distinzione tra botanica e medicina o tra la filosofia e la medicina che erano un tutt’uno, molti filosofi di età arcaica, come Alcmeone, infatti, si occuparono di medicina. Tra i medici di grande fama del mondo antico il prof. Squillace ha ricordato anche Democede di Crotone, appartenente alla scuola pitagorica (la migliore del mondo greco secondo Erodoto), che ebbe grandi doti di guaritore come ci dicono le fonti.
Una lectio magistralis quella del prof. Squillace, che, attraverso le fonti antiche, ha ripercorso una parte importante ed estremamente interessante della storia della medicina passando anche dalla grandezza della civiltà della Magna Grecia. Il confronto con la peste che colpì Atene nel V secolo a.C. narrata da Tucidide nelle sue Storie, ci ha poi riportato ai primi mesi della diffusione della pandemia Covid 19. In epoca moderna, la cultura classica sembra aver sempre sofferto di una sorta di complesso, che più volte ha condotto i suoi estimatori alla necessità di doverne spiegare e quasi giustificare il ruolo, ma guardando alla realtà che ci circonda non si può non prendere consapevolezza della impossibilità di ignorare il grande ed imprescindibile apporto che può offrire il costante confronto con gli antichi, questa è stato il messaggio più importante della lectio magistralis tenuta dal prof. Squillace agli studenti del Borrelli.