C’è anche una crotonese tra le 137 architette, visionarie, curatrici e influencer omaggiate con una installazione all’interno del Padiglione Italia Resilient Communities – Comunità Resilienti della 17a Biennale di Architettura di Venezia a tema “How will we live together?”.
Lei è Valentina Pontieri, trentacinque anni appena compiuti e un curriculum prestigioso che la annovera, per l’appunto, tra le eccellenze dell’architettura. Una carriera la sua costruita a piccoli passi con sacrificio e determinazione.
Terminati gli studi a Crotone, nel 2004 continua il suo percorso all’Ecole nationale supérieure d’architecture et paysage di Lille e si laurea all’Università La Sapienza di Roma. Qui, dopo il conseguimento del titolo accademico, insieme a Giulio Ciccarese fonda lo studio Margine con sede a Roma e Lecce.
Tante le pubblicazioni su riviste specializzate, tanti i premi e i riconoscimenti ottenuti nel corso degli anni. Tra questi anche quello come migliore architetto calabrese che le è stato conferito nel 2018. Ora il successo veneziano con il progetto “Detox” di RebelArchitette che «partendo dalla questione di genere, ancora fortemente presente nel nostro paese, propone un’alternativa femminile attraverso i suoi strumenti in open source rivolti in primis alle nuove generazioni».
Valentina è un vulcano di idee, con passione e professionalità è riuscita a ritagliarsi uno spazio importante nel panorama dell’architettura nazionale ed internazionale. Figlia di una terra che dà poco spazio ai giovani, l’architetto Pontieri è il simbolo di una generazione che non demorde, che si impegna, il volto bello di un sud operoso. Quel sud che Valentina ha dovuto lasciare: «Ai coraggiosi che hanno deciso di rimanere a Crotone dico di fare qualcosa per la città, provate a cambiarla! A volte immagino di ritornare ma il nostro territorio offre poche occasioni di crescita in questo settore. Io sono a disposizione per immaginare, in futuro, spazi per i giovani».

