Asta deserta per l’Abramo C.C., ora i lavoratori non devono essere lasciati soli

Il Tribunale di Roma ha dovuto prendere atto dell’assenza di offerte, si va verso una seconda asta a ribasso

Un’agonia senza fine. Difficile descrivere in modo diverso lo stato d’animo dei dipendenti del call center crotonese che da tempo attendono certezze per il proprio futuro. E purtroppo lo stato di confusione peggiora giorno dopo giorno. La notizia giunta giovedì non era di certo quell’attesa.

Il Tribunale di Roma ha dichiarato deserta l’asta per la ricerca di potenziali acquirenti dell’Abramo Customer Care, vista l’assenza di partecipazione.
Una notizia che ha sorpreso tutti, visto l’interesse più volte espresso, anche pubblicamente, dalla Heritage Ventures e vista soprattutto che la base d’asta era stata determinata proprio dall’offerta presentata dall’Heritage lo scorso fine aprile.

Ora si attendono, con molta preoccupazione, le decisioni del Giudice delegato sulla prosecuzione della procedura di concordato preventivo. La strada più ovvia è una seconda asta, con una base più bassa, un gioco al ribasso che rischia di ridurre il valore della società.
La situazione sia dal punto di vista della società che da quello dei lavoratori diventa preoccupante, aprendo, di fatto, una fase di assoluta precarietà in cui le certezze sono sempre di meno, mentre i dubbi aumentano a dismisura.

«A seguito della decisione del tribunale ci determineremo sulle iniziative da intraprendere» è la prima reazione dei rappresentanti dei lavoratori.
è chiaro che i sindacati non potranno influenzare le decisioni del Tribunale, che vanno comunque sempre rispettate, ma è probabile la messa in campo di iniziative con i committenti, nella ricerca spasmodica di soluzioni che possano consentire il mantenimento dei posti di lavoro. D’altronde i lavoratori dell’Abramo non è la prima volta che si trovano davanti a situazioni di crisi, alle quali hanno sempre reagito con decisione come già fatto in passato in situazioni altrettanto difficili.
C’è, però, timore tra i lavoratori, il timore di essere lasciati solo da una città che, invece, nel passato si è sempre stretta intorno al “suo” call center, ma che oggi appare distratta da altre urgenze ed emergenze.




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