Sanità – Il picco dell’influenza, forse, è stato superato ma l’ondata non è ancora finita. Milioni di italiani hanno trascorso le feste a letto e i pronto soccorso sono stati presi d’assalto soprattutto da genitori preoccupati.
L’influenza stagionale colpisce in modo aggressivo fragili e bambini e questo gli esperti, in modo particolare i pediatri, lo avevano annunciato. Ecco perché l’adesione alla campagna vaccinale è stata massiccia ed ecco perché a Crotone non si trovano più vaccini e dunque chi ha atteso per vari motivi di prenotare la dose per i propri figli, dovrà acquistarlo in farmacia e poi contattare il medico pediatra per la somministrazione.
L’acquisto dei vaccini da parte dell’Azienda sanitaria provinciale è stato programmato in base ai numeri degli anni precedenti e di conseguenza, la grande richiesta da parte dei genitori, ha letteralmente svuotato le scorte dei medici.
Lo ha confermato anche Martino Barretta, segretario provinciale e responsabile nazionale area vaccinazioni della Federazione italiana Medici Pediatri.
Dottor Barretta, come è andata la campagna vaccinale nella nostra provincia?
«Abbiamo registrato una percentuale importante di vaccinazioni di bambini a rischio e di quelli nella fascia d’età compresa tra sei mesi e sei anni. Come evidenzia ormai da tempo Organizzazione mondiale della Sanità, sono proprio i più piccoli a dover essere protetti. Possiamo affermare che Crotone è stata adeguatamente protetta. L’adesione è stata maggiore rispetto al passato ma deve essere migliorata ancora di più».
Parliamo di questa “australiana”, quali sono i sintomi e quando preoccuparsi?
«Febbre improvvisa, mal di gola, tosse, dolori muscolari ma anche vomito e diarrea. Questi sono i sintomi più comuni che possono essere riconducibili però anche ad altri virus. In ogni caso bisogna attendere che l’influenza faccia il suo corso e rivolgersi al proprio pediatra per qualsiasi dubbio. Già attraverso un triage telefonico è possibile valutare la salute dei piccoli pazienti e quando necessario è bene chiedere una visita. Di solito i genitori hanno paura della febbre alta, ma lo stato febbrile altro non è che un meccanismo di difesa e non bisogna dunque preoccuparsi ma seguire le indicazioni terapeutiche degli esperti evitando l’automedicazione».
Quali medicinali fare assumere ai piccoli quindi?
«Per la febbre solo paracetamolo e ibuprofene che purtroppo è quasi introvabile in questo periodo».
Quando preoccuparsi?
«La febbre solitamente dura 3-4 giorni ma è bene contattare subito il pediatra o recarsi in ospedale qualora ci si accorgesse di problemi respiratori o se il bambino è particolarmente debole».
È possibile prevenire l’influenza?
«La prevenzione è il vaccino che è efficace e sicuro visto che viene somministrato ormai da decenni e di conseguenza è ampiamente testato. Insomma la vaccinazione è fondamentale, invito tutti i genitori a discutere con il proprio pediatra e soprattutto ad accettare i consigli per tutelare almeno i bambini più piccoli e a rischio. Oltre al vaccino possiamo continuare a fare quello che abbiamo imparato durante la pandemia: lavarsi spesso le mani, tossire coprendo la bocca per evitare di disperdere il virus, usare la mascherina nei luoghi chiusi e affollati e soprattutto negli ambulatori medici e in ospedale e infine non mandare i bambini malati o in via di guarigione all’asilo o a scuola. Questo è importante sia per evitare di contagiare altri bambini e anche per il paziente stesso che ha bisogno di un periodo di convalescenza per rimettere in forza il sistema immunitario».
Veronica Romano
