Casabona (KR) – Il 18 febbraio si è tenuto a Casabona un Convegno dal titolo molto eloquente: “Il Museo: opportunità di crescita e sviluppo” che è stato realizzato per spiegare e descrivere a Cittadini interessati ed attenti il progetto finanziato dalla Regione Calabria a fine settembre ‘2022 con i lavori che sono iniziati già la scorsa settimana. Ne hanno parlato il Professore Tullio Romita, Coordinatore del Corso di Laurea in Scienze Turistiche dell’Unical, la Professoressa Antonella Perri Docente di Turismo Residenziale e la Professoressa Stefania Mancuso Docente di Archeologia della Magna Grecia, entrambe dell’Unical che hanno definito come coraggiosa l’idea progettuale proposta all’Amministrazione Comunale e da questa accettata.
Nei locali della “Casa della Cultura” siti in via Bonaventura Barbieri, oltre ad esporre i reperti archeologici donati dalla Famiglia Tallarico, verrà anche realizzato un data warehouse, cioè un sistema informativo che consentirà di conoscere “a distanza” quali sono le risorse storiche, naturalistiche e culturali presenti nel territorio del Comune, favorendo, in tal modo il suo inserimento nel circuito virtuoso del Turismo delle Radici. L’individuazione sarà effettuata da tavoli tecnici a cui siederanno esperti del luogo. In questo modo, Casabona potrà inserirsi nel circuito virtuoso del Turismo delle Radici.
Non solo, il Sindaco, Francesco Seminario, ha anche ricordato, che verranno allestite otto postazioni che potranno essere utilizzate dagli studenti.
Il sindaco ha sottolineato come la comunità mostra interesse verso l’operato dell’amministrazione e che quindi si è deciso di puntare a creare qualcosa di ambizioso dove anche i cittadini potranno interagire ed essere partecipi. Una comunità che in ogni tempo si è resa protagonista. Il sindaco ha tenuto a ricordare, come Casabona sia stato il primo paese ad iniziare l’occupazione delle terre ancor prima di Melissa, grazie a tre persone che si sono messe a capo di decine di casabonesi e zinghitani; queste persone erano Nicola Caligiuri, Vito Curcio e Pasquale Poerio che recatosi in località “Spartizzo” presso i proprietari terrieri dell’epoca, reclamavano l’assegnazione delle terre incolte.

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