Crotone, il fare è la cultura del dono di sè: premiati dall’Associazione La vita in un dono i ragazzi dell’Istituto Donegani

Crotone – Donare gli organi e i tessuti significa far vivere altre persone donando una parte di sé: la donazione e la cultura del dono nella comunità, permettendo agli altri di vivere, è stato un incontro che si è svolto nella sua prima edizione presso l’istituto Donegani di Crotone.

Oggi, a distanza di due anni (era infatti il 13 dicembre del 2019), presso la Sala Consiliare del Comune di Crotone i ragazzi che hanno partecipato a quell’incontro con il progetto degli studenti  Un ponte per Terabithia, coordinato dalla professoressa Rosanna Frandina, sono stati premiati con una targa ricordo dall’Associazione Nikol Ferrari La vita in un dono, che da anni si occupa di donazione degli organi come dono di sè, appunto, agli altri. Premiata anche la giornalista Antonella Marazziti che ha moderato quell’incontro presso l’aula magna dell’istituto crotonese.

«Abbiamo istituito una borsa di studio dal valore simbolico per i ragazzi che hanno partecipato a questo progetto – ha detto Luciano Formaro, presidente dell’Associazione Nikol Ferrari La Vita in un dono Ci sono dei dati allarmanti per la popolazione di Crotone e provincia. Nel 2019, infatti, il territorio provinciale  ha registrato   il 55 per cento di opposizione alla donazione degli organi, nel 2020 circa il 58 per cento, e questo ha portato ad essere Crotone e la provincia al terzultimo posto su 107 province italiane. Il messaggio lo portiamo sopratutto nelle scuole, perchè questi ragazzi sono il veicolo della sensibilità, a testimonianza che oggi sono presenti e riceveranno un dovuto plauso che hanno fatto con grande sensibilità».

Un progetto pilota fermato solo per l’emergenza Covid, mentre oggi sono stati premiati i ragazzi che hanno preparato degli elaborati grafici e scritti:

«Un progetto che caratterizza il Donegani – ha aggiunto la professoressa Rosanna Frandinai disagi prevedono come obiettivo finale la formazione personale, l’educazione alla cittadinanza attiva in senso lato. Durante il lockdown il progetto è proprio al servizio della difficoltà a cui i ragazzi vanno incontro. Ci espandiamo nel territorio e raccogliamo tutte le istanze che gli enti territoriali di volontariato offrono, e i nostri alunni si mettono al servizio. Siamo convinti che la cittadinanza attiva si esplica attraverso espressioni concrete e reali. I ragazzi fanno. La solidarietà del fare, e il fare, è accogliere l’altro».

Durante il lockdown, ci ha detto la professoressa Rosanna Frandina, i ragazzi hanno iniziato le attività sposando il testo del cantautore Niccolò Fabi Io sono l’altro: «Siamo qui perchè vogliamo rappresentare la partecipazione empatica alle problematiche sociali» ha concluso.

Danilo Ruberto