Crotone, il parroco del Sacro Cuore don Stefano: «Impronta indelebile dei gaetanini. Ora i parrocchiani hanno imparato a conoscerci»

Quando si pensa alla Borgata Sacro Cuore si pensa non solo alla Chiesa dedicata a San Francesco di Paola, ma anche a tante persone che lì sono andate ad abitare nel periodo industriale della nostra città e alla bontà della Pia Società San Gaetano che lì ha iniziato la sua missione pastorale insieme ai crotonesi. Tanti sacerdoti veneti che hanno imparato a parlare il crotonese, assaggiando le prelibatezza della nostra terra e vivendo in sintonia con gli abitanti di quel quartiere che oggi è cresciuto ed è diventato adulto.

I Gaetanini poi sono andati via da Crotone, e in particolare da Sant’Antonio, San Francesco e il Santissimo Salvatore in Fondo Gesù, lasciando un ricordo forte e insegnamenti che rimangono, tuttora, vivi nel quartiere di San Francesco. Oggi la parrocchia Sacro Cuore è guidata dal parroco diocesano Don Stefano Cambria, insieme a Don Claudio Splendido. «Il periodo di marzo siamo stati sorpresi dalla situazione che si era venuta a creare – ci ha detto Don Stefano nell’intervista che ci ha rilasciato – abbiamo cercato insieme agli operatori pastorali di dare delle risposte, risposte sopratutto di speranza perchè la gente ha perso i propri punti di riferimento, ma noi abbiamo cercato attraverso i social sopratutto di essere presenti nelle famiglie. Abbiamo celebrato le sante messe tramite le dirette sul social network Facebook, per avere così il punto della situazione della parrocchia perchè la gente aveva bisogno di parole di speranza».

La speranza non è venuta a mancare con l’infaticabilità dei parrocchiani che, con il loro volontariato e il cuore rivolto al prossimo, hanno dato speranza agli altri con le raccolte alimentari, una parola di ascolto e un gesto di conforto. «Finito questo lockdown – ha continuato-  un lockdown di marzo e aprile che è stato lungo, se non temporalmente ma almeno psicologicamente possiamo dire che è stato lunghissimo, ci siamo ritrovati con questa seconda ondata tra ottobre e novembre. Il secondo lockdown, anche se in forma più blanda, è stato accettato meglio rispetto alla situazione economica che è problematica sopratutto nella nostra parrocchia. Però la Chiesa ha mantenuto la propria apertura, le proprie celebrazioni, le porte aperte rispettando ovviamente le distanze e adottando tutte le misure di prevenzione da contagio. Durante ogni Messa abbiamo pregato per la realtà che si sta vivendo, e agendo poi di conseguenza, e quindi cerchiamo di dare delle motivazioni per avvicinarci al futuro, sperando che questo futoro sia sempre migliore. La speranza è Cristo, e Cristo non ci delude. E siamo certi che con lui questa situazione la supereremo nel modo migliore».

Crotone ha vissuto dunque momenti di difficoltà socio economica durante questi periodi di pandemia, dove in molti hanno perso il lavoro e faticano ad andare avanti. Il parroco Don Stefano Cambria ci ha spiegato: «Sono famiglie sopratutto giovani, che hanno perso il lavoro, con mutui accesi e che ovviamente sono ancora in corso. Vi è stato un ritorno nelle loro abitazioni di origine perchè non c’è più la possibilità di poter ottemperare al mutuo stesso. Ci sono state molte realtà del genere, purtroppo. Devo dire che la gente, se interpellata, specie da me, ha ben risposto: ho trovato grande risposta ai problemi presentati». La parrocchia dunque vive la propria quotidianità insieme ai sacerdoti diocesani, non dimenticando la presenza cinquantennale dei religiosi della Pia Società San Gaetano: certamente i gaetanini hanno lasciato un’impronta che io definisco indelebile nella parrocchia. Dopo oltre cinquantanni è ovvio che ci sia un’impronta forte. Poi come sacerdoti diocesani c’è differenza da una formazione religiosa, ad un’altra che è diocesana. In questo senso se c’è un momento di crisi, non è da intendere crisi in senso negativo. Anzi. Crisi nell’accezione del passaggio. Questa transizione dai religiosi ai diocesani c’è stata. Adesso sta andando bene, la gente ha imparato a conoscerci, ad apprezzarci. Ovviamente il lockdown ha diminuito questo avvicinamento per i fattori che tutti conosciamo».

Conclude: «Noi in parrocchia abbiamo attivato la pagina Facebook, dove ci sono pubblicate le lettere con i programmi delle celebrazioni natalizie, con le celebrazioni eucaristiche che si terranno rispettando le norme di distanziamento, e indossando i dispotivi di protezione. La Chiesa è aperta, le sante messe ci saranno. In più abbiamo creato una rete con altre associazioni, e qualora ci fosse bisogno noi abbiamo la possibilità di interagire per soddisfare le esigenze di ordine materiale. Esigenze che ci possono essere. Con le celebrazioni, le lettere alle famiglie, la gente sa che siamo sempre disponibili all’ascolto personale in questo momento».

Poi l’augurio di Don Stefano Cambria per questo Natale: «Ecco l’augurio che voglio dare è questo: non lasciamoci prendere dallo sconforto, perchè il Natale è sempre un buon Natale per tutti perchè è Cristo che viene e non si lascia condizionare nè da pandemia nè aspetti economici. Che sia per tutti, crotonesi e in particolare i miei parrocchiani, nella consapevolezza che Cristo è in mezzo a noi».