Crotone - Imu piattaforme, il Movimento Crescere risponde all'ex Sindaco Pugliese

Il movimento rivendica il successo in Cassazione e respinge le dichiarazioni dell’ex primo cittadino

A cura di Redazione
09 settembre 2025 12:18
Crotone - Imu piattaforme, il Movimento Crescere risponde all'ex Sindaco Pugliese -
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Crotone - Si accende il dibattito politico dopo la recente vittoria in Cassazione dell’amministrazione comunale sul contenzioso con ENI relativo all’IMU sulle piattaforme petrolifere per l’annualità 2016. A intervenire con toni duri è il movimento Crescere, che rivendica il risultato come merito dell’attuale giunta guidata dal sindaco Vincenzo Voce, respingendo al mittente le dichiarazioni dell’ex sindaco ed esponente di Italia Viva Ugo Pugliese.

Secondo Crescere, l’ex primo cittadino dovrebbe evitare di attribuirsi risultati che, a detta del movimento, non gli appartengono.

Nel mirino del movimento c’è in particolare la ricostruzione fornita da Pugliese, che sostiene che l’attuale amministrazione stia semplicemente “raccogliendo i frutti” di un lavoro avviato sotto la sua guida. Una tesi che Crescere contesta chiarendo che l’avviso di accertamento per l’annualità 2016 è stato emesso nel dicembre 2020, due mesi dopo l’insediamento della giunta Voce.

Il comunicato sottolinea inoltre che i successivi tentativi di conciliazione con ENI – falliti per la ferma volontà dell’amministrazione di non rinunciare a nulla del dovuto sono stati seguiti da tre gradi di giudizio vinti dal Comune. Parallelamente, l’attuale amministrazione ha emesso gli avvisi anche per le annualità 2017, 2018 e 2019, tutti finora confermati dai giudici.

Una parte centrale della nota riguarda la transazione del 2017, voluta dalla giunta Pugliese, che chiuse il contenzioso relativo alle annualità 2010-2015 ottenendo il pagamento delle sole imposte e interessi, ma rinunciando alle sanzioni, per un importo complessivo di circa 4 milioni di euro.

Secondo Crescere, questa scelta si è rivelata infondata anche alla luce della recente sentenza della Cassazione, che avrebbe smentito la tesi giuridica usata all’epoca per giustificare l’abbuono: “Non sussisteva alcuna incertezza normativa”, scrive il movimento, “né alcun presupposto che potesse giustificare la rinuncia a somme dovute per legge”.

Il comunicato affronta infine anche le critiche mosse in merito alla destinazione dei fondi provenienti da ENI.
Il sindaco Voce, si legge ancora, avrebbe già indicato l’intenzione di destinare la quota maggiore di tali risorse al recupero delle periferie e a interventi infrastrutturali, ribadendo quanto già fatto in occasione dell’accordo di sviluppo con ENI: 70% in opere pubbliche e 30% in servizi, lo stesso criterio applicato anche all’uso delle royalties, prevalentemente impiegate per riqualificazione ambientale e copertura dei debiti legati alla gestione dei rifiuti ereditati dalle amministrazioni precedenti.

Infine il movimento punta il dito contro “una politica che non sa gioire dei risultati in favore della città, ma mira solo a screditare per risentimento”.

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