Crotone – La Società Dante Alighieri di Crotone sabato 25 febbraio ha tenuto un incontro sulla figura dell’ing. Carmine Collia, dal titolo “L’ing. Carmine Collia, l’uomo e il soldato, l’ingegnere, l’educatore e il poeta”. Ha relazionato il dott. Cristian Palmieri. Nell’introdurre i lavori, la presidente Antonella Cosentino ha precisato come uno degli obiettivi programmati dall’associazione sia quello di portare all’attenzione dei contemporanei donne e uomini che si sono distinti nella storia di Crotone nel Novecento, e non solo per ragioni di appartenenza ma nella convinzione che la memoria vada custodita, coltivata e se è il caso celebrata, per ragioni identitarie e orientative.
Pertanto accanto alle attività di routine come le certificazioni di lingua italiana, i progetti dedicati all’intrattenimento dei bambini italiani e internazionali sulla lingua italiana, il concorso “Dante padre della nostra lingua” per gli studenti delle Scuole secondarie di 1° e 2° grado, gli incontri del Presidio letterario e la presentazione di testi e libri di autori italiani contemporanei, la Dante crotonese intende portare avanti la presentazione di ricerche di carattere storico su enti, eventi, personalità che hanno caratterizzato la vita culturale, sociale, politica ed economica, di Crotone nel Novecento.
Cristian Palmieri, nel presentare la sua ricerca sulla figura di Carmine Collia, l’ha proposta come storia “evenemenziale” di tradizione francese, quella che si esplica alla scuola della rivista Annales: la storia degli uomini, con le loro “piccole storie” di vita vissuta, con le “piccole storie” di Comunità che si intrecciano poi con la “Grande Storia”. E ne ha tratteggiato la personalità partendo dalla sua dipartita, avvenuta nel maggio del 1959, ricordata con toni commossi sul giornale dell’epoca “Magna Graecia”, e definita “una dolorosa notizia” dallo stesso Re Umberto in esilio, come scriveva alla famiglia Falcone Lucifero, ministro della Real Casa.
Il nome di Collia resta strettamente legato all’Istituto tecnico industriale Guido Donegani, avendolo guidato per circa trent’anni, da quando negli anni venti, come “Laboratorio-Scuola biennale”, formava i carpentieri e i meccanici necessari al cantiere navale Ansaldo alla sua trasformazione, in seguito agli insediamenti industriali della Società mineraria e metallurgica Pertusola e dell’Ammonia meridionale, per rispondere alle esigenze formative e qualitative della nuova realtà industriale. Nell’immediato secondo dopoguerra a Collia veniva affidata la reggenza della Scuola che nel 1948-49 diventava Istituto Chimico, come sezione distaccata dell’Istituto tecnico industriale di Catanzaro, e ne venivano ampliati i locali. L’intitolazione a Guido Donegani avveniva proprio un mese dopo la morte dello stesso Collia, mentre nel mese di marzo dello stesso 1959 era stato inaugurato il Rotary club, alla cui nascita Collia aveva partecipato come socio fondatore.
Da giovane aveva partecipato alla grande guerra e di quegli anni restano lettere e uno scrupoloso diario, che va dal 1915 alle prime settimane del 1919, quando veniva definitivamente congedato, a testimonianza degli stati d’animo, sentimenti e trasformazioni subite con l’esperienza della guerra. Nel periodo tra le due guerre, conclusi gli studi universitari, svolse l’attività di insegnamento di ingegnere, mentre sul fronte politico-sociale si impegnò come presidente dell’Associazione locale combattenti e come rappresentante della Sezione degli ufficiali in congedo.
Nel 1946 partecipò alla formazione delle liste elettorali dell’ “Unione democratica per la ricostruzione cittadina”, che si opponeva allo schieramento comunista e, successivamente ad una nuova lista che raccoglieva personalità deluse dall’essere state escluse dalle liste dell’Unione democratica.
Infine, a conclusione della ricostruzione della figura di Carmine Collia, Cristian Palmieri ha voluto ricordarne anche alcuni scritti di natura poetica, ispirati, alla maniera dei poeti antichi, al Vero, al Buono, al Bello.