Crotone - Museo all’aperto del Mare e dei Miti: un progetto vittima dell’indifferenza

Crotone – Questa storia nasce nella primavera del 2004 quando l’associazione Maggio Crotonese, presieduta da Sergio Iritale, si aggiudica un finanziamento di 430.000 euro per la creazione di un “Museo...

A cura di Redazione
28 dicembre 2023 09:53
Crotone - Museo all’aperto del Mare e dei Miti:  un progetto vittima dell’indifferenza -
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Crotone – Questa storia nasce nella primavera del 2004 quando l’associazione Maggio Crotonese, presieduta da Sergio Iritale, si aggiudica un finanziamento di 430.000 euro per la creazione di un “Museo all’aperto del Mare e dei miti”. Per la realizzazione del progetto stesso si è proceduto con la costruzione, lungo i punti storicamente più importanti della costa, di alcune piazzole in cui rendere fruibili ad un pubblico più vasto i beni archeologici “custoditi” dall’acqua nei fondali marini. La riproduzione dei reperti fu affidata ad artisti e artigiani del nostro territorio che realizzarono “copie” delle opere conservate nei due musei archeologici di Crotone, così come ci racconta Luigi Basile, l’artista che fece l’opera dedicata al “Ceppo di Faillo”, posta sul lungomare.

«Questo monumento mi è stato commissionato in un progetto della provincia di Crotone realizzato nel 2006 dal nome “il museo dei mari e dei miti”. Erano stati scelti una serie di artisti tra cui io (giovanissimo), il mio maestro Antonio Cersosimo, il maestro Elio Malena e tanti altri. Il progetto è stato realizzato con l’idea di far riprodurre a noi artisti alcuni reperti del museo di Capocolonna (l’elmo corinzio, Amore e Psiche, il Ceppo d’ancora di Faillo, la Sirena Alata) da collocare in alcuni punti della città di Crotone. Purtroppo già tanti anni fa mi chiamò un carissimo amico dicendo che il mio monumento era stato vandalizzato. Di seguito l’ho installato nuovamente con un nuovo basamento creato da me gratuitamente, purtroppo dopo alcuni mesi ancora una volta il monumento è stato vandalizzato e rimosso per sempre».

Queste opere, purtroppo, hanno vissuto nell’indifferenza dei crotonesi che non si sono mai appropriati della propria identità, vittime, per anni, di un processo interiore di rigetto verso tutto ciò che rappresentava Kroton.
Che fine hanno fatto le opere realizzate nel 2006?
A risponderci è lo stesso Basile.
«Io alcuni anni fa mi ero informato e sapevo che il ceppo si era salvato e si trovava custodito negli uffici della provincia di Crotone, dopo quella volta non ho più avuto notizie.

Anche l’elmo corinzio che si trovava in stazione a Crotone, oltre ad altre opere, sono state vandalizzate e rimosse definitivamente». In realtà un’opera è rimasta lì dove è sempre stata: la Sirena Alata, realizzata da Antonino Romanò, è conservata ed in bella mostra in una teca all’interno dell’aerostazione Pitagora, nell’aeroporto di Crotone. E a questo punto c’è da chiedersi che fare con queste opere e se la strada intrapresa nel 2004 che puntava a risvegliare nei crotonesi senso di appartenza e spirito identitario, sia ancora oggi percorribile. Una risposta ce la dà sempre Basile: «Io ormai da circa 18 anni vivo in Lombardia dove ho aperto anche una galleria d’arte a Legnano dove creo ed espongo le mie opere, il mio pensiero resta sempre alle mie radici, infatti io amo la città di Crotone e mi piacerebbe avere la possibilità di installare nuovamente quest’opera e se ci fosse la possibilità crearne altre, in quanto penso che la città di Crotone sia molto ricca di storia e di cultura e mi piacerebbe far rivivere attraverso la scultura i miti della magna Grecia, come Pitagora, Alchemeone, Democede, Milone, Filolao, Phaillos e tanti altri e collocarli lungo il lungo mare per far conoscere a tutto il mondo la nostra storia, le nostre origini, e riportare a conoscenza che nella vecchia Kroton si studiava filosofia matematica medicina e sport».

E a questo punto, visto che l’unica opera superstite, la Sirena Alata di Antonino Romanò, è conservata in aeroporto, e visto che l’aeroporto di Crotone ha un’aerostazione che si chiama Pitagora, se si allestisse lì un museo dei miti e dei mari?

Gianfranco Turino

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