Crotone – Con questo articolo abbiamo voluto raccogliere le testimonianze di chi il Liceo Classico “Pitagora” ha vissuto ed amato, di chi in quelle classi e tra quei banchi è cresciuto diventando prima adulto e poi professionista. “Noi del Pitagora” non è un’associazioni di “vecchie glorie” o di “reduci”, ma esprime un sentimento, un senso di appartenenza, un’identità, una comunità umana che va oltre il tempo.
Carlo Perri (Notaio) – Maturità 1985 – Sez. C
Il liceo classico è stata la scuola che è riuscita ad appagare la mia curiosità di conoscenza. Inoltre mi ha fatto entrare nello spirito del mondo classico, che per noi di origine Magnogreca (e di tutto il mondo latino) è come venire a contatto con le proprie radici. Il liceo classico mi ha insegnato ad osservare il mondo in maniera consapevole e ad acquisire un uso corretto del linguaggio. Lo studio delle cosiddette lingue morte ha aumentato la mia capacità di risolvere i problemi, in quanto il greco e il latino non sono materie in se, ma metodi formativi che insegnano a pensare. Infine vorrei sottolineare come il liceo classico, rispetto alle altre scuole superiori, dia una ampia possibilità di scelta universitaria proprio perché insegna un metodo e non una professione. Purtroppo il mondo moderno con la sua velocità e la sua tecnologia diffusa (internet) sta sacrificando il sapere, la curiosità per la conoscenza; se il liceo classico perde iscritti e perché si preferisce frequentare scuole professionalizzanti e non investire in una conoscenza globale. Se oggi sono quello che sono lo devo anche al liceo classico.
Marianna Caligiuri (Sindaco) – Maturità 1993 – Sez. C
Il Liceo Classico Pitagora mi ha fornito la chiave di lettura del mondo, mi ha posto dinanzi ai miei limiti e mi ha fatto capire che lavorando con serietà ed impegno ero e sono in grado di superarli. Mi ha fatto comprendere alcune sfaccettature della vita e degli uomini e mi ha insegnato a rispettarle tutte.
IL “Pitagora” mi ha. insegnato il coraggio del mio vivere quotidiano, il coraggio nel compiere le mie scelte, e ancora oggi quando vado allo studio parcheggio vicino al Pitagora.
Perchè quelli sono i posti che portano a casa.
Il Pitagora va salvaguardato, va salvaguardato perchè è un mondo a sè, un mondo a sè che genera mondi.
Quello che forse solo chi ha fatto il Pitagora può capire è la dimensione valoriale che ti trasferisce questo liceo.
Camminando in quei corridoi, in mezzo ai banchi, con lo zainetto sulle spalle, avverti la sensazione di appartenere ad una storia cominciata molto prima di te e che terminerà molto dopo di te. Ecco il Pitagora è anche una dimensione che apre altre dimensioni. Identità, appartenenza, cultura, tradizione, il mondo classico che si apre innanzi a te e ti circonda donandoti concetti e visioni che, crescendo, ritrovi nella tua via quotidiana. Tutto questo è ed è stato il Pitagora.
Francesco Verri (Avvocato) – Maturità 1989 – Sez. A
Il liceo Classico di Crotone è una colonna portante della nostra società, della nostra comunità. Quando dico “nostra” mi riferisco alla comunità crotonese ma in generale alla comunità regionale. Il liceo Classico Pitagora è un pilastro irrinunciabile, ecco perché l’eventuale accorpamento che si paventava, avrebbe attentato alla sua identità, avrebbe peggiorato la sua fisionomia. Non credo sarebbe stata una buona idea, anzi, credo che ne avrebbe implicato un’altra: l’idea che la cultura classica, umanistica, o comunque generale, potesse essere relegata ad accessorio e che quindi potesse essere messa in un cassetto insieme ad altre cose anziché brillare in evidenza sulla mensola più in vista del salone più bello. A me piace ricordare, in questo momento, la figura di Nuccio Ordine che ha esaltato durante la sua brillantissima carriera e prima della sua prematura scomparsa, l’utilità dell’inutile. Ecco, il liceo Classico non è una scuola inutile, è una scuola utile nonostante a qualcuno possa sembrare che tratti questioni inutili. Questo è il mio pensiero più autentico da ex studente del liceo Classico Pitagora di Crotone, da papà di una studentessa del liceo che in quelle stesse aule si è formata prima di fare una straordinaria esperienza all’estero, forte del suo percorso umanistico, e prima di affrontare con serenità e ottimi risultati l’Università.
Danilo Arcuri (Architetto) – Maturità 1983 – Sez. E
Gli anni del liceo “Pitagora” hanno descritto la parentesi più bella della mia gioventù. Ancora oggi, ricordando le parole di mia madre quando mi diceva “il greco ed il latino aprono la mente”, devo ammettere che aveva ragione.
Sono convinto che frequentare il liceo classico rappresenta il modo migliore per cominciare a farsi strada nella vita, qualsiasi percorso professionale si decida di intraprendere.
Io ho scelto di fare l’architetto grazie proprio agli studi classici che mi hanno dato la possibilità di approfondire, tra le altre discipline, la storia dell’architettura e dell’arte. Sono convinto che il Pitagora rappresenti qualcosa in più rispetto ad una scuola superiore, rappresenta, o almeno, ha rappresentato un modello, uno stile, una mentalità e un approccio alla vita diverso rispetto alla massa. Un modo particolare per distinguersi e dare particolare valore alla frase: “noi del Pitagora”.
Con grande amarezza, oggi sento voci che parlano di “accorpare” o “ridimensionare” il liceo classico.
Si tratta di una regressione da evitare, cancellerebbe un modello in termini di cultura e civiltà che fino ad oggi ha permesso di lasciare liberi quanti scelgono di maturare per strada il proprio percorso di vita.
Paola Proto (Presidente Club Velico) – Maturità 1990 – Sez. A
Il Liceo Classico Pitagora è sicuramente un luogo del cuore.
è il posto dove mi sono formata è il posto dove è nato il mio amore per la letteratura, per la storia, per la filosofia, è il posto dove sono cresciuta sia culturalmente che come persona.
Rappresenta anche un po’ la storia della mia famiglia, perchè è il liceo frequentato da mio padre e la prima volta che sono entrata nel Pitagora l’ho fatto accompagnata da mio padre quando si è celebrato il cinquantesimo della fondazione del Liceo Clssico di Crotone, dove mio padre è stato invitato in quanto uno dei primi alunni di questa scuola. La storia è, quindi, continuata con me, e, dopo, con mia figlia anche lei del Pitagora.
Non ho mai smesso di frequentare il Liceo, visto che anche oggi che ci collaboro professionalmente come British School, come Centro esami Cambridge University, come Club Velico Crotone.
Il Pitagora è un posto dove si fa cultura e lo si fa a grandi livelli, è sicuramente un posto da preservare, uno dei luoghi più importante della città di Crotone per quanto riguarda l’istruzione, la cultura, la formazione per cui unianoci tutti in questa lotta perchè il Liceo Classico Pitagora non può essere cancellato così.
Vincenzo Cardone (Avvocato) – Maturità 1990 – Sez. E
Rispondere alla domanda che cosa è stato per me il liceo Classico Pitagora non è assolutamente facile. Per la mia generazione ma anche evidntemente per le generazioni precedenti e per le generazioni successive alla mia, il Pitagora è sempre stato un punto di riferimento soprattutto per un’offerta formativa assolutamente particolare e peculiare che ha consentito a tantissimi di noi di affrontare il mondo universitario prima e lavorativo poi, sia nelle materie umanistiche che scientifiche.
Ci ha consentito insomma di portare con noi il bagaglio formativo adatto a tutto. Il Pitagora è sempre stata una scuola assolutamente diversa dalle altre, ecco perché le ipotesi di accorpamento emerse nei giorni scorsi non avrebbero dovuto trovare spazio. Il liceo Classico, e di conseguenza il nostro Pitagora, ha delle peculiarità tali da non poter perdere la sua autonomia. E poi è un contenitore di storie. I ricordi che conservo degli anni del liceo sono tantissimi, come dimenticare le partite di calcio durante le ore die ducazione fisica nella aplestra del Liceo, come dimenticare le ore trascorse nel giardino, nell’Aula Magna.
E come dimenticare tutti i compagni, tutti gli amici. Sono stati anni bellissimi passati in una scuola speciale.
Elisabetta Barbuto (Avvocato) – Maturità 1985 – Sez. B
Quando nel lontano 1975 affrontai gli esami di maturità, la traccia del tema d’italiano che ci fu consegnata recitava così “ L’istruzione è la miglior difesa della libertà. Alla luce della tua esperienza commenta il pensiero di Carlo Cattaneo”. Non ricordo esattamente cosa scrissi allora, ma so perfettamente cosa scriverei oggi. E le mie riflessioni non potrebbero prescindere dall’insegnamento dei docenti del Liceo Classico Pitagora di Crotone, quei docenti come i proff. Maiolo, Polito, Bruni, solo per citarne alcuni, che ci hanno fatto un dono fondamentale e determinante per il nostro futuro. Ci hanno insegnato a pensare trasformando le conoscenze in cultura, regalandoci la chiave per costruire il futuro. Forse allora eravamo troppo piccoli per comprendere bene quanto nella vita ci avrebbe aiutato la cultura classica, ma, oggi, ritornando con il pensiero a quegli anni veloci so perfettamente il peso specifico che quell’insegnamento ha giocato non solo nella mia vita e nella vita dei miei compagni di scuola, ma anche nella vita di tante generazioni che hanno frequentato il Pitagora. Penso a mio padre, ad esempio, che frequentò il liceo in tempo di guerra. Penso ai tanti giovani che lo frequentano oggi e non riesco proprio ad accettare che possa chiudersi una storia così importante per Crotone e per i suoi figli. Non riesco ad accettare il sacrificio della cultura sull’altare dei numeri. La gloriosa storia del Liceo Classico Pitagora deve continuare.
Stano Zurlo (Avvocato) – Maturità 1981 – Sez. A
Il Liceo Pitagora è il luogo dove ho trascorso la maggior parte della mia adolescenza, tra orario scolastico e attività sportive svolte dentro la palestra. Di Conseguenza il Pitagora non è un luogo solo fisico, ma è un luogo anche dei sentimenti e dei ricordi. è il luogo dove sono nate le più forti e durature amicizie, dove ho conosciuto anche mia moglie.
Io associo il Liceo Classico Pitagora ad un periodo fondante per la mia formazione umana e culturale, e ritengo che lo stesso valga per tutte quelle ragazze e per tutti quei ragazzi che nell’arco di un secolo di storia del Pitagora sono proprio partiti da quelle classe e quei banchi e da quelgi anni di formazione e di crescita per svolgere le loro professioni con onore e prestigio a Crotone e più spesso in altre parti d’Italia e del mondo.
Io paragono gli studi classici ad una sorta di ritiro calcistico, in cui si immagazzinano energie e si allenano i muscoli proprio per essere pronti ad affrontare le sfide che la vita ti pone davanti. Alcuni percorsi, alcuni processi, la comprensione di quello che ci circonda, ritengo che proprio lo studio del passato, gli studi classici, lo studio delle civiltà antiche, diano quel quid in più per potersi confrontare e realmente prepararsi ad una comprensione del mondo più profonda e quindi, paradossalmente, più pragmatica ed utile.
Silvia Gaetano (Universitaria) – Maturità 2022 – Sez. B
Ricordo ancora una frase che mi disse una professoressa appena misi piede dentro questa meravigliosa scuola: “chi è stato del Pitagora, del Pitagora rimarrà per sempre”. Perchè il Pitagora non è solo un istituto, semplicemente una scuola, ma è una vera e propria famiglia che si è sempre contraddistinta. Una piccola e grande famiglia che prende l’alunno per mano e lo accompagna in questi lunghi cinque anni che poi lunghi non sono per nulla. Il Pitagora ha la capacità di farti comprendere chi sei realmente, accompagnadoti anche nelle scelte universitarie e lavorative. Si entra al Pitagora da alunni si esce da giovani donne e uomini formati, con capacità e caratteristiche che sono uniche. Il Pitagora è un simbolo per questa città, un simbolo storico e culturale. Ricordo ancora quando da piccolina, mio nonno mi portava a vedere il Liceo e mi diceva: “Questa è stata la scuola di tua madre e dei tuoi zii ed un giorno sarà anche la tua”. Il cuore pulsante della scuola, che poi lo fa diventare “Il Pitagora”, sono gli alunni, i professori, i collaboratori, i dirigenti, quella voglia di voler sempre spiccare in qualsiasi cosa, la capacità di volersi sempre mettere in gioco, di voler sempre dare il massimo. Il Pitagora non è solo famiglia, ma è anche innovazione, sempre al passo con i tempi.
Il Pitagora è questo: tradizione, cultura, identità e innovazione.
Giovanni Ferrarelli (Direttore Generale ConfCommercio) – Maturità 1989 – Sez. A
Ho frequentato il Liceo Classico Pitagora nella seconda metà degli anni ‘80.
Un momento in cui Crotone era in auge anche dal punto di vista economico per la presenza delle fabbriche.
è stato un onore anche fare il rappresentante di Istituto, portando avanti le istanze degli studenti.
Il Pitagora era vista da noi come una vera e propria istituzione non solo come una scuola. Infondeva in noi un senso di responsabilità in anni, comunque, spensierati.
Tanti i legami indissolubili che sono stati creati al Liceo Classico Pitagora, grazie anche ad un senso di appartenenza che legava noi studenti al Liceo e tra di noi, tanto da far sì che ancora oggi quei legami siano diventati consolidati nel tempo.
Il Pitagora era ed è un punto di riferimento della città, della provincia per intere generazioni.
Mio padre ha studiato al Liceo Classico Pitagora, io ho studiato al Liceo Classico Pitagora, mia sorella e mia moglie hanno studiato al Liceo Classico Pitagora, e adesso anche mia figlia.
Punti di riferimento così vanno tutelati perchè rappresentano la storia ed il futuro della nostra città.
Vittoria Zurlo (Imprenditrice) – Maturità 1998 – Sez. B
Proprio in questi giorni stavo riflettendo su quanto la mia formazione avesse influito poi su quello che ho deciso di fare da grande. Il Liceo Classico Pitagora, oltra a essere una vera e propria istituzione per la città, è anche un simbolo per i ragazzi della mia generazione in quanto vero e proprio punto di riferimento culturale. Per me ha rappresentato il punto di partenza dal quale poi immaginare il futuro: le mie scelte di studi e quindi anche di formazione e di vita sono maturate proprio dentro quel Liceo. Porto nel cuore, al di là dei compagni di scuola, che oggi sono i professionisti con cui condividiamo tempo e altre attività, il ricordo dei professori, che svolgevano il proprio lavoro come una missione. Proprio l’altro giorno ho avuto il piacere di incontrare il professore Zimatore, la sua caratteristica fondamentale era il dialogo con gli studenti, facendogli comprendere che il loro pensiero era importante. Ricordo l’ascolto delle canzoni che facevamo in classe, oltre alle tante ore di studio doprattutto di Latino. Ricordo il professore Amendola il docente di matematica che mi fece comprendere la materia sotto un approccio diverso, tant’è che fu la mia materia d’esami. Il professore Mazza un vero e proprio faro culturale per me. Il liceo classico, quindi, non è stata semplicemente una scuola, per me è stata la base su cui poi ho costruito tutto il mio futuro.
Franco Eco (Compositore e musicista) – Maturità 2003 – Sez. F
Il liceo Classico Pitagora ha fatto di me il 51% della persona che sono, o forse anche di più. Ho fatto della passione per l’arte una professione e in questo tanto mi ha dato il liceo Classico. Questo lo devo anche a docenti e “presidi” illuminati. Ricordo ancora oggi di essere entrato in quella scuola credendo di voler diventare uno scienziato; all’epoca amavo la paleontologia e l’astrofica – come del resto ancora adesso -, ma poi mi sono avvicinato alle opere di Catullo e di Dante e, studiando musica e maturando le prime esperienze in questo campo, ho iniziato a costruire quello che sono adesso. Del Pitagora o anche un ricordo “romantico”: tra i banchi del liceo ho conosicuto una ragazza che è ancora al mio fianco. Insomma, credo che aver frequentato il Pitagora sia stato veramente un dono. Quelli del liceo sono gli anni che ricorderò per sempre perché hanno completamente cambiato il corso dei miei studi e hanno definito quello che sarei poi stato nella vita. Il classico mi ha dato una cutura umanistica che ancora oggi mi fa vivere di rendita in quello che faccio. Il mio primo album, ad esempio, è dediato alla Divina Commedia. Il titolo è Dante concert, la data di uscita risale al 2009 e la prefazione al disco è stata firmata da Giulio Andreotti, all’epoca presidente della Casa di Dante a roma.

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