Crotone – Si spengono le luci… gli amici se ne vanno… No, non è il testo della splendida canzone di Califano, ma la storia di questa città che vive e splende durante le feste per poi spegnersi quando “la musica è finita”, quando gli universitari tornano ai loro atenei, quando i crotonesi si rituffano nella propria quotidianità.
È la storia del corso di Crotone, quella che una volta era la passeggiata dei crotonesi, il luogo di ritrovo dei ragazzi, lo spazio dello shopping, spente le lumi- narie natalizie è ricaduta nella sua solita triste solitudine.
A inizio dicembre, CrotoneOk, prendendo spunto da una foto del Corso totalmente deserto, che spopolava sui social, lanciò il sondaggio: “Come ripopolare il corso”. La partecipazione è stata sorprendente, segno che i crotonesi vogliono tornare a vivere questo pezzo di città.
I risultati del sondaggio sono stati chiari, i crotonesi vogliono una reale “rigenerazione urbana” del corso. In particolare, il 68% dei votanti ha indicato come soluzione quella di rendere il corso più attraente, per il 37% attraverso una politica di incentivazione all’apertura di locali soprattutto bar e caffetterie, insomma a far ritornare i tavolini sul corso e l’aperitivo serale nei nostri appuntamenti.
Il 31% indica nell’organizzazione di eventi in strada la soluzione per tornare a vivere questa zona. Per il 12% il corso deve essere reso più bello e più accogliente, mancano le fioriere, le panchine e gli arredi urbani.
Che sia quindi una rigenerazione urbana o l’organizzazione di eventi, o magari entrambi, i crotonesi chiedono interventi su questa parte della città, ritenuta, e non a torto, tra le zone più “preziose” di Crotone. In questi giorni, l’immagine del corso è ritornata ad essere quella di novembre dell’anno scorso: strade vuote e desolate.
Esercenti, ristoratori e semplici cittadini chiedono però che l’attenzione sul corso sia mantenuta accesa, anche dopo aver spento le luminarie natalizie. Per la serie: non aspettiamo il prossimo Natale per ricominciare a parlare di questa parte della città.
Si apra il dibattito, quindi, magari facendo sedere allo stesso tavolo amministratori, consiglieri comunali e associazioni di categoria per definire un percorso che possa riportare l’attenzione sugli interventi, alcuni anche strutturali, indispensabili per rilanciare la “vivibilità” del nostro corso.
C’è bisogno di parlarsi in città, altrimenti i problemi resteranno sempre lì irrisolti e buoni solo per qualche post su Facebook, mentre “tutto il resto è noia”.
Giatur