Crotone, tempi d’attesa in ambulanza tra i più alti d’Italia: 28 minuti per i soccorsi
Nel rapporto Agenas 2024 bene gli accessi appropriati al Pronto soccorso degli over 75, ma screening e interventi oncologici restano in forte ritardo rispetto alla media nazionale
La Calabria si conferma tra le regioni con le maggiori criticità nei servizi sanitari di emergenza e prevenzione, e Crotone non fa eccezione. Secondo l’ultimo rapporto sulle performance di Asl e ospedali elaborato da Agenas, reso noto dopo l’anticipazione di “la Repubblica”, i tempi di attesa per l’arrivo di un’ambulanza dopo la chiamata al numero di emergenza raggiungono nella provincia crotonese i 28 minuti. Un dato che colloca l’Asp di Crotone in linea con il quadro regionale, seppur leggermente meglio rispetto alle altre province, ma comunque lontano dagli standard nazionali.
Sul fronte dei Pronto soccorso, l’Azienda ospedaliera di Crotone è tra le poche realtà calabresi che mostrano un dato positivo: gli accessi inappropriati degli over 75 si attestano al 6,40%, una delle percentuali più basse della regione, segno di un utilizzo più corretto del servizio di emergenza da parte della popolazione anziana.
Il quadro peggiora però sul versante della prevenzione. Tutte le Asp calabresi risultano fanalino di coda per quanto riguarda gli screening oncologici e Crotone non fa eccezione:
Screening mammografico: raggiunto solo il 16,9% della popolazione target, un dato molto lontano dagli standard nazionali.
Screening della cervice: raggiunto il 22%, in linea con Catanzaro ma sotto la media italiana.
Screening del colon: appena 8,30%, tra i valori più bassi d’Italia.
Per quanto riguarda gli interventi chirurgici, il rapporto segnala forti ritardi anche nelle procedure programmate. Gli interventi per tumore alla mammella entro 30 giorni dall’indicazione clinica mostrano un miglioramento, ma restano inferiori rispetto alle strutture più performanti della regione. Sul fronte degli interventi per tumore al colon-retto e al polmone, i numeri evidenziano ancora tempi di attesa molto lontani da quelli richiesti dagli standard nazionali e da un’efficiente presa in carico del paziente oncologico.
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