Dopo il terribile infortunio, il portiere del Rocca di Neto torna a casa: “Ho rischiato di perdere la gamba, ma oggi ringrazio la vita”
Gianluigi Otranto Godano, vittima di un grave incidente di gioco durante Corigliano–Rocca di Neto, dopo 21 giorni di ricovero e un delicato intervento chirurgico, racconta la sua rinascita e ringrazia chi gli è stato accanto

Il 21 settembre resterà una data che Gianluigi Otranto Godano non dimenticherà facilmente. Durante la partita di Promozione tra Corigliano e Rocca di Neto, disputata allo stadio “Rizzo” e terminata 2-1 per i padroni di casa, il portiere crotonese è rimasto vittima di un drammatico scontro di gioco. Le sue condizioni sono apparse subito gravi, tanto da costringere alla sospensione della gara per diversi minuti. La tensione in campo è stata altissima: tra i più colpiti emotivamente anche il fratello Alessandro, che non ha retto all’angoscia e si è visto sventolare il cartellino rosso per un gesto d’istinto.
Da quel momento è iniziato un calvario durato settimane. Ventuno giorni di ricovero, un intervento chirurgico complesso e la paura di non potersi più rialzare. Ma ora, finalmente, il sorriso è tornato sul volto dell’estremo difensore, che da domenica 12 ottobre è potuto rientrare a casa.
In un lungo messaggio pubblicato sui social, Otranto Godano ha voluto condividere il suo pensiero e la sua gratitudine:
«Non so da dove cominciare dopo questi lunghissimi giorni. Voglio solo dire grazie a tutti: amici, compagni, società, presidenti. Ogni parola, ogni messaggio, ogni chiamata mi ha dato forza. È anche grazie a voi se oggi sono qui», ha scritto il portiere.
La sua testimonianza è un racconto di coraggio e speranza:
«Ho rischiato di perdere la gamba per una sindrome compartimentale e l’hanno salvata con una fasciotomia d’urgenza. Tibia e perone erano in cinque pezzi e sono riusciti a ricostruirli. Come potrei arrabbiarmi con la vita? Sono grato, perché ho avuto la possibilità di superare qualcosa che avrebbe potuto cambiarmi per sempre».
Non manca, però, una riflessione amara sui momenti concitati dell’incidente:
«Non voglio tornare su ciò che è accaduto, ma credo che nessuno debba mai restare per quasi un’ora in mezzo al campo con una gamba distrutta, aspettando i soccorsi. Ognuno ha la propria coscienza e la propria umanità. Mi auguro solo che nessuno debba vivere quello che ho vissuto io».
Determinante è stato il sostegno del Rocca di Neto 1966, società che si è stretta intorno al suo portiere:
«Devo ringraziare dal profondo del cuore i presidenti, i dirigenti e tutta la famiglia del club. Non mi hanno mai lasciato solo, hanno fatto di tutto per aiutarmi, anche con mezzi straordinari. Sono persone speciali, e non dimenticherò mai quello che hanno fatto per me».
Ora che il peggio è alle spalle, Otranto Godano guarda avanti con fiducia:
«Sono finalmente tornato a casa, dopo 21 giorni da quel 21 settembre che mi ha segnato ma anche insegnato tanto. È stato un giorno difficile, ma forse mi ha reso un uomo migliore. Vi abbraccio tutti, a presto».