Manca circa una settimana all’inizio degli esami di Stato 2022. E il ritorno (o quasi) dell’impianto originale delle prove sembra aver contribuito ad alimentare, più del solito, un certo senso di spaesamento nei maturandi, convinti fino a qualche mese fa di poter addirittura scampare al ritorno delle prove scritte. Così non sarà. Anche se le modalità d’esame sono state pensate per aiutarli e facilitarli rispetto a una Maturità standard.
Alla fine, però, proprio queste modifiche stanno mandando ancor di più in confusione i ragazzi. Stando infatti a un recente sondaggio condotto dal portale Skuola.net, che ha visto l’adesione di 1.500 studenti prossimi alla Maturità, oltre 6 su 10 ammettono di non aver ben compreso le “regole del gioco” dell’edizione di quest’anno. Alcuni di loro sono incerti persino sulla data del via: quasi 1 su 5, tra le varie opzioni possibili di risposta, ha indicato quella sbagliata.
Che questa fosse una Maturità ostica per gli studenti era prevedibile, ma la mancanza di informazioni di base rischia di compromettere ulteriormente il quadro. Analizzando lo sviluppo dell’esame passo dopo passo ci si accorge, ad esempio, che il 77% degli studenti è ben conscio che la prova di italiano sarà “nazionale”, ossia preparata dal Ministero dell’Istruzione e uguale per tutti i maturandi.
Ma, allo stesso tempo, circa 1 su 4 immagina altro: il 13% crede che la prima prova sarà preparata dal proprio docente, il 6% che questa sarà una prerogativa del Presidente di commissione, il 4% non ha proprio idea di chi si occuperà di redigere le tracce. Partendo da queste premesse, è normale che sulla composizione della prova scritta di Italiano la nebbia sia ancora più fitta. Solo il 52% ha saputo individuare le tipologie di tracce presenti: analisi del testo, testo argomentativo e tema di attualità.
Mentre gli altri sembrano essere rimasti all’esame pre-riforma: il 28% indica addirittura quattro tipologie di tracce, rispolverando il caro vecchio tema storico, ormai in pensione; una “nostalgia” che emerge con forza anche quando il restante 20% indica il saggio breve tra le possibili proposte, anche questo un retaggio della prima prova di qualche anno fa.
Le cose vanno un po’ meglio quando si parla della seconda prova. Forse perché tra le principali fonti di ansia degli studenti negli ultimi mesi, lo scritto di indirizzo deve aver catalizzato l’attenzione. Così, l’82% non ha dubbi e va a segno: le tracce della seconda prova sono decise dai docenti della materia di indirizzo e saranno diverse in ciascun istituto. Il restante 18% è apparso invece confuso, assegnando la preparazione del compito al Ministero (8%), al Presidente di Commissione (15%) oppure preferendo non rispondere nulla (3%).
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