Crotone – Ci sono volute le sentenze definitive per restituire i reperti archeologici che, negli anni, erano stati sottratti dai loro luoghi di origine per il mercato clandestino, e conservati presso l’ufficio corpi di reato del Tribunale di Crotone da diversi anni. Adesso verranno restituiti alla collettività e, dunque, al Museo Archeologico Nazionale di via Risorgimento per essere fruibili ed ammirati. Reperti sottoposti a sequestro e poi alla confisca definitiva nell’ambito di procedimenti penali trattati dal Tribunale. Si tratta di un antico vaso magno greco, statuette femminili, un unguentario, dei pesi, frammenti vari di statuette fittili, monete in bronzo brettie, una borchia a disco di bronzo, delle fibule in argento, di epoche diverse, tra cui IV secolo A.C e III secolo A.C.
«E’ tanta la nostra gioia per condividere con la comunità locale questi beni che hanno un valore artistico ed archeologico che appartengono appunto alla collettività – ha detto il presidente del Tribunale di Crotone Maria Vittoria Marchianò – sono stati sottratti alla fruibilità comune dalle mani criminali per scopo di lucro, perchè sono beni che erano stati recuperati nel sottosuolo per essere venduti nel mercato illecito dei reperti». Un mercato fiorente, sopratutto nelle zone che hanno una storia millenaria: «Grazie alle forze dell’ordine, negli anni, questo mercato illecito è stato colpito duramente», ha continuato.
Alcuni reperti erano stati presi d’assalto negli anni ’80, e altri in periodi più recenti: «Una piccolissima parte sono tornati alla città e trovati in varie occasioni, sottratti dai tombaroli e dai privati che li esponevano nelle loro case – ha aggiunto il Procuratore della Repubblica di Crotone Giuseppe Capoccia – è un piccolo passo per inorgoglire i crotonesi».
Dopo essere stati raccolti insieme, e di un valore inestimabile, saranno consegnati presso il Museo Archeologico, dove saranno classificati e poi esposti in primavera. «E’ difficile ricostruire la storia di questi materiali dal loro contesto di provenienza – ha concluso il direttore del museo archeologico Nazionale Gregorio Aversa – sono reperti interessanti che provengono da contesti significativi per il territorio».