Melissa (KR) – Un modo nuovo di fare rete, condividere idee e progetti, promuovere il territorio in Italia e all’estero scommettendo sulla propria terra in modo da concederle nuova linfa 365 giorni all’anno, anche attraverso l’accoglienza e la partecipazione dei cittadini, giovani e meno giovani. Si tratta del RaMe – Radici del Mediterraneo, Festival di Teatro e Arti Performative giunto alla sua IV edizione, progetto del Teatro Ebasko, compagnia nata a Bologna nel 2015 ma che nel corso degli anni ha effettuato un suo percorso, coltivando idee e progetti.
Uno di questi è appunto Rame Festival, nato nel 2020, volto a creare una realtà internazionale, ospitando per alcune giornate artisti, allievi, spettatori residenti, volontari e turisti provenienti dall’Italia e dall’estero. Quest’anno le giornate principali dedicate saranno quelle che vanno dal 27 al 30 luglio. Il tema della IV edizione è il seguente: “Il potere e le sue forme grottesche”. Ad affiancare Teatro Ebasko anche Y.I.A.S (Young International Art Symposium), gruppo di studio e ricerca sull’arte che ha fatto il suo debutto proprio nel 2020 affiancando il RaMe Festival al fine di mettere a dialogo gli studiosi con gli artisti attraverso la figura del mediatore artistico. Si tratterà come detto della IV edizione, dopo quella “pilota” del 2020. A parlarci di questa rassegna sono Simone Bevilacqua e Antonio Di Castri. «Cerchiamo ogni anno di affrontare un tema attuale portandoli all’interno del Festival – evidenzia Simone Bevilacqua -, questo affinchè grandi e piccini possano emanciparsi e sviluppare un legame con quello che vedono rapportandosi con determinate dinamiche».
Teatro Ebasko organizza la rassegna ma rimane prima una Compagnia Teatrale. «Abbiamo delle produzioni che cerchiamo di promuovere all’estero. In questi pochi anni la cosa bella è stata entrare in contatto con Compagnie che vengono dall’India, dall’Iran dal Sud America e capire come loro affrontano problematiche simili a quelle vissute da noi».
C’è entusiasmo nelle parole di Antonio Di Castri. «Vogliamo cercare di proporre qualcosa che appartiene al territorio, cerchiamo di valutare e sviluppare l’esperienza di RaMe Festival insieme, non vogliamo che sia una cosa che lascia il tempo che trova ma che possa essere coltivata a lungo e che possa lasciare dei risultati tangibili». Il RaMe Festival rappresenta una rassegna nata e cresciuta negli anni. «Sarebbe bello che ad un certo punto durante queste giornate ci sia una migrazione di gente da Torre Melissa a Melissa».

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