Crotone ieri si è colorata di verde per la sindrome di Pandas, il disturbo neurologico e psichiatrico, indotto da una reazione autoimmune, che colpisce i bambini e che presenta un’associazione con le infezioni da Streptococco beta-emolitico di gruppo A. Corso Vittorio Veneto laboratorio esperienziale a cielo aperto con “Pompieropoli”, allestito dall’associazione Nazionale Vigili del fuoco che hanno permesso a tanti bambini una nuova visione degli eventuali ostacoli, con dei percorsi allestiti per loro.
La sindrome di PANDAS è ancora una malattia poco conosciuta, la cui causa è ancora sconosciuta. Ha fatto da padrona il colore verde, con interventi e contenuti multimediali illustrativi, intrattenimenti musicali a cura del cantante trasformista Franco Stumpo, giochi e spettacoli per i bambini a cura delle associazioni “Regalerò un sogno” e “Happy Lab”. Inoltre vi è stata la presenza del personale della Questura di Crotone e del Reparto Cinofili della Polizia di Stato, l’Istituto comprensivo Alcmeone, la Croce Rossa Italiana, l’associazione Vivere Sorridendo, nella serata voluta di concerto dal Comitato Pari Opportunità del Comune di Crotone e il Comitato Italiano Genitori Sindrome di Pandas.
A Crotone se ne è discusso dunque in piazza della Resistenza: «E’ una sindrome dovuta ad una precedente infezione – ci ha detto Fabiola Forgione ragazza affetta dalla sindrome di Pandas – e sconvolge la vita del bambino, con l’insorgenza di disordini del movimento, insonnia, cambiamento dell’umore, il bambino viene più curato, e non è riconosciuta come vera e propria malattia. Se noi curiamo un bambino con dei farmaci che non sfiammano il cervello, il problema non viene risolto. A Fabiola Forgione è stato donato dal maestro orafo Michele Affidato, ambasciatore Unicef, un ricordo a fine serata.
L’invito, della ragazza, è di cercare i medici giusti e una rete giusta di collaborazione perchè dalla Pandas si può guarire: «Cerchiamo di diffondere questo messaggio e il riconoscimento di questa malattia da parte dei pediatri, genitori e insegnanti, perchè la strada da percorrere è lunga», ha concluso Maria Teresa Facino, del Comitato Italiano Genitori con Sindrome di Pandas.
