Il Garante delle persone private della libertà personale Mauro Palma ha fatto visita a Crotone, incontrando la stampa questa mattina presso la Sala Consiliare del Comune e visiterà, nel pomeriggio, la Casa Circondariale. «C’è un problema di affollamento negli istituti – ha affermato – ed è il problema più forte, e bisogna ritrovare la capacità di avere un progetto per chi lavora in questa istituzione, senza inasprire gli animi. Chi lavora ogni giorno sa bene come è difficile gestire queste situazioni di per sè difficile anche nelle condizioni materiali. Ritrovare una progettualità molto forte e uno sguardo che pensi al dopo, perchè le persone poi escono dal carcere e devono essere reinserite nel mondo lavorativo, poichè altrimenti poi abbiamo una ciclicità. Se non si interviene poi sugli stili di vita, diciamo di chi ha commesso reati gravissimi, vi è poi una ciclicità che lascia un senso di impotenza in chi lavora in questo settore». Ad accogliere il dottor Palma il Garante comunale Federico Ferraro, insieme alla consigliera Anna Maria Oppido. Il Garante Ferraro ha illustrato la sinergia istituzionale messa in campo presso la Casa Circondariale di Crotone con progetti teatrali e culturali.
«Bisogna intervenire anche sul piano edilizio, abbiamo 4 mila posti che per motivi di ristrutturazione non sono agibili, lì dobbiamo intervenire. Per situazioni anche più leggere il progetto del governo di utilizzare caserme, o altre strutture senza consumare ulteriormente il territorio può essere anche utile. La riforma della giustizia deve intervenire sopratutto sui tempi – ha continuato Palma – perchè troppo spesso la vera pena diventa la custodia cautelare, allora noi su 60 mila persone in carcere ne abbiamo una bella percentuale che sono in attesa del primo giudizio, dell’appello o ricorso in cassazione, e lì sono un prodotto della giustizia lenta. Certo, bisogna investire risorse, dare capacità agli uffici di lavorare con un numero adeguato di personale. Una giustizia più rapida dà un messaggio più positivo di sicurezza alla società, e costringe a concentrarsi su chi sta eseguendo una pena e non su un universo carcerario di cui una bella parte è in attesa».