Sono le ore 10 del 4 aprile 2023. Collegate in rete quattro scuole d’Italia incontrano, grazie all’iniziativa del Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani, l’Ing. Salvatore Borsellino, fratello del Giudice Paolo Borsellino e promotore del Movimento delle Agende Rosse da sempre impegnato, come lui stesso si presenta, nell’opera di sensibilizzazione della gente al contrasto della criminalità organizzata, del malgoverno e delle collusioni tra politica e mafia.
Dopo il saluto delle Dirigenti Daniela Venturi, Maria Rosaria Iaccarino, Gianluca Barreca e Annamaria Maltese, tutti i partecipanti all’incontro, ma in particolare le studentesse e gli studenti dell’ISI Pertini di Lucca, dell’I.T.E. Mossotti di Novara, del Liceo scientifico e dell’I.S.I. Pertini – Santoni di Crotone, seguono con attenzione ed emozionandosi il racconto di Salvatore Borsellino, che si avvia e prosegue mentre risponde alle numerose domande dell’uditorio.
E’ anziano Salvatore Borsellino. E’ stanco. Oppresso sicuramente dal peso dei ricordi e dal dolore mai sopito del terribile attentato del 19 luglio del 92 e dagli avvenimenti che con lo stesso si intrecciarono rinnovando una ferita sempre aperta.. Ma quando inizia a dialogare con gli studenti è un fiume in piena che ti coinvolge e ti emoziona e, soprattutto, ti fa riflettere sulle vicende dell’epoca ma anche sul presente, sul futuro e sul ruolo delle giovani generazioni nella lotta contro la mafia. Per tutti noi quel tragico giorno di trenta anni fa in Via D’Amelio a Palermo morì il Giudice Paolo Borsellino e con lui i giovani della sua scorta che nella memoria di ognuno continuano e continueranno ad essere identificati come dei valorosi esempi nella storia del contrasto alla mafia.
Ma il Giudice Paolo Borsellino era anche un Marito, un Padre, un Fratello.
Ed è da qui che parte il racconto. Parte dalla Sicilia, dai ricordi di un fratello che decide di andare via e di un altro che decide di restare fino all’estremo sacrificio. Parte dai ricordi dell’Uomo e del Magistrato ed anche delle gravose rinunce familiari che l’Uomo ha dovuto accettare nello svolgimento del suo nobile compito di Magistrato e prosegue toccando i temi più scottanti della storia di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino, della loro lotta, spesso non compresa se non osteggiata da connivenze e complicità con la mafia che lasciano non poco sconcerto nell’uditorio, ma facendo vibrare, tuttavia, in tutti coloro che ascoltano, adulti e ragazzi, un messaggio di speranza nel futuro.
Quel messaggio lanciato da Paolo Borsellino tanti anni fa e della cui diffusione il fratello continua a farsi carico, giorno dopo giorno, nella lotta contro la criminalità organizzata … “Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo”… così amava ripetere il Giudice Borsellino convinto che lo studio, l’istruzione, la cultura, fossero di fondamentale importanza nella lotta alla mafia e per tal motivo riconoscendo alla scuola l’onere e l’onore di trovarsi in prima linea per formare cittadini consapevoli dei loro diritti e dei loro doveri, cittadini onesti, cittadini liberi come solo possono essere coloro che rifiutano il puzzo del malaffare e “ del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”.
Ebbene, Salvatore Borsellino ha raccolto l’eredità del fratello che amava parlare con i giovani come lui stesso ha ricordato leggendo alcune frasi dell’ultima lettera che il fratello scrisse ad alcuni studenti che lo “rimproveravano” per non avere accolto il loro invito a recarsi presso la loro scuola. Sotto gli occhi delle studentesse e degli studenti di oggi le due figure si sovrappongono.
E’ il Volto di Paolo quello che appare sullo schermo. E’ la Voce di Paolo che racconta. Ed esorta ad andare avanti facendo ogni giorno il proprio dovere ed offrendo il proprio contributo alla crescita sana della società . Piccolo o grande che sia, che ognuno faccia il proprio dovere è fondamentale. Con la convinzione di essere nel giusto e con il coraggio che ne deriva. Quel coraggio che sconfigge la paura. Quel coraggio che si trasforma in amore, in vero amore, e nella voglia di lottare per cambiare ciò che non ci piace.
“Grazie Salvatore Borsellino. Grazie per la sua continua presenza fra i giovani. Grazie per la sua vita spesa a testimoniare il ricordo, ma anche l’impegno che trae forza dall’esempio e che ognuno di noi deve continuare a mantenere ogni giorno nella quotidiana lotta contro l’illegalità. Quando saremo sfiduciati penseremo a Lei, alle sue parole, al Volto di Paolo e troveremo sempre la forza ed il coraggio di andare avanti sulla strada della Libertà”. Con queste parole si conclude il comunicato della prof.ssa Elisabetta Barbuto, che ha voluto raccontare l’esperienza vissuta da alcuni studenti crotonesi.

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