Incidenti sul lavoro, la denuncia dell’ANMIL: «Un morto ogni otto ore»

La 75ª Giornata nazionale per le vittime del lavoro richiama l'urgenza di interventi concreti per fermare una strage quotidiana

A cura di Redazione
12 ottobre 2025 07:30
Incidenti sul lavoro, la denuncia dell’ANMIL: «Un morto ogni otto ore» -
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Catanzaro – Da gennaio a fine agosto 2025, sono già 681 le persone che hanno perso la vita per cause legate al lavoro in Italia. Di queste, 493 sono morte in occasione di lavoro, mentre 188 hanno perso la vita in itinere, durante gli spostamenti da e verso il luogo di lavoro. Numeri drammatici, che confermano ancora una volta come il fenomeno degli infortuni sul lavoro rappresenti una vera e propria emergenza nazionale. Oggi, in occasione della 75ª edizione della Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, promossa dall’ANMIL (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro), si tiene una serie di iniziative in tutta Italia per ricordare le vittime e sollecitare un impegno concreto per la prevenzione.

La sede territoriale dell’ANMIL Calabria ha organizzato un evento commemorativo presso il Centro Acquisti Valle del Corace, a Catanzaro, dalle 10:30 alle 12:00. Durante la Cerimonia Civile, saranno consegnati i Brevetti e i Distintivi d’Onore agli invalidi del lavoro da parte della Direzione regionale INAIL.

«Viviamo in una nazione che conta, solo nelle statistiche ufficiali, un morto sul lavoro ogni otto ore», ha ricordato Luigi Francesco Cuomo, Presidente regionale ANMIL Calabria. «Ma in questa Giornata – ha aggiunto – ci siamo ripromessi di andare oltre questi numeri, per dare voce anche a chi non viene nemmeno conteggiato: i lavoratori non assicurati INAIL, gli "invisibili" del sommerso, i lavoratori autonomi, le Forze dell’Ordine, i Vigili del Fuoco, i volontari. E ancora, le vittime di malattie professionali dimenticate, dai tumori provocati da esposizione a sostanze nocive, all’amianto, all’inquinamento e ai disastri ambientali».

Cuomo sottolinea come questa Giornata non debba essere solo una commemorazione, ma un momento di riflessione e impegno: «Non vogliamo che questa ricorrenza si riduca a una cerimonia formale, ma che rappresenti un grido corale verso il cambiamento. Serve un’assunzione di responsabilità collettiva e istituzionale per porre fine a questa strage silenziosa e continua. Occorre investire con urgenza nella costruzione di un autentico Stato sociale che metta davvero al centro la tutela della vita e della salute dei lavoratori».

V.R.

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