14 ottobre 1996, quel lunedì di acqua e fango che nessuno può dimenticare

Crotone – E’ ancora ricordo. Come ogni anno il 14 ottobre la mente dei crotonesi torna a quel lunedì di ventotto anni fa, a quel lunedì di paura, a quel lunedì di pioggia, di acqua e fango, a quel lun...

A cura di Redazione
14 ottobre 2024 07:30
14 ottobre 1996, quel lunedì di acqua e fango che nessuno può dimenticare -
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Crotone – E’ ancora ricordo. Come ogni anno il 14 ottobre la mente dei crotonesi torna a quel lunedì di ventotto anni fa, a quel lunedì di paura, a quel lunedì di pioggia, di acqua e fango, a quel lunedì in cui persero la vita sei persone. è il 14 ottobre 1996, su Crotone cadono, in sole tre ore, 200 mm di pioggia. Una furia devastante di acqua e fango in pochi minuti si abbatte su tutta la città. Da Fondo Gesù a Gabelluccia, da Farina a San Giorgio, la situazione è incontrollabile. Case allagate, macchine, animali, detriti, qualsiasi cosa si trova per strada viene violentemente trascinata dall’acqua. Numerosi prefabbricati industriali vengono spazzati via dall’acqua, e la zona commerciale e industriale della città viene letteralmente devastata.

Gli studenti del Geometra (l’attuale plesso del Gravina situato nel quartiere di San Francesco) salgono sui tetti e attendono i soccorsi. I ragazzi delle altre scuole in via Acquabona si trovano a dover fare i conti con una vera e propria inondazione. La città è isolata, saltano le linee elettriche, le strade sono impraticabili. Si mette in moto la macchina dei soccorsi ma sono i cittadini stessi a prestare i primi aiuti a chi ne ha bisogno. Lo spirito di collaborazione prende il sopravvento. Si piange, ci si abbraccia si cercano i familiari per capire se sono tutti al sicuro.

La paura però non si placa e ci si rende conto che quello che è accaduto è una vera tragedia. Crolla il ponte del cavalcavia, quell’immagine apocalittica diventa simbolo del disastro. Si alzano in cielo gli elicotteri, si chiudono le scuole ma molti ragazzi rimangono intrappolati sui tetti. L’acqua era arrivata nelle aule del geometra – l’attuale plesso del liceo Gravina a San Francesco – Intere famiglie sono isolate. Ci vorranno mesi per rimettere tutto in moto ma Crotone si rialza, ferita e addolorata e incapace di dimenticare.

Da quel 14 ottobre la paura è rimasta. Certo di opere ne sono state realizzate per mitigare il rischio, ma tanto ancora c’è da fare soprattutto alla luce dei fenomeni estremi sempre più frequenti da nord a sud. Quello che è accaduto alla nostra città nel 1996, non deve più succeddere, e l’appello è sempre alla prevenzione. Intanto, il cuore ancora piange nel ricordare le vite spezzate alle quali la città ha dedicato anche un’area davanti la chiesa di Fondo gesù; piange il cuore quando ripensiamo a quanto ha perso il territorio, a quello che hanno perduto gli imprenditori, a quanto l’economia locale abbia sofferto. Ma nello stesso tempo ogni crotonese sa che in quel giorno, e nei giorni a seguire, è venuto fuori il coraggio e la forza d’animo che forse, dovremmo tenere sempre a mente.

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