A Cirò Marina il prete degli ultimi: Don Antonio Mazzone e l'abbraccio al bambino abbandonato dalla madre
C’è molta gente sola, che non fa testo, che a volte è nascosta e che dunque non fa numero. Ma c’è. Lo sa bene don Antonio Mazzone, sacerdote in pensione e che, da diverso tempo, gestisce la casa famig...

C’è molta gente sola, che non fa testo, che a volte è nascosta e che dunque non fa numero. Ma c’è. Lo sa bene don Antonio Mazzone, sacerdote in pensione e che, da diverso tempo, gestisce la casa famiglia Padre Pio nel comune di Cirò Marina, dopo aver guidato per tanti anni la parrocchia San Nicodemo. Lui, prete semplice, sacerdote “della chiesa del grembiule” di gente ne ha vista tanta, con bambini, madri, famiglie, persone che chiedono un futuro dignitoso. Un futuro all’orizzonte.
Ieri sera, presso i Mercati Saraceni a Cirò Marina, è andata in scena la solidarietà con la Commedia Kriminale Santi i ghiesa e diavuli i casa dei giornalisti crotonesi, due atti scritti da Giacinto Carvelli, redattore del Quotidiano del Sud, e diretta dal regista petilino Rodolfo Calamici. L’obiettivo è ancora la beneficenza e aiutare gli ultimi, ovvero coloro che cercano un futuro, ma che ultimi non sono se c’è gente che, quotidianamente, si prende cura di loro. Come don Antonio Mazzone, il quale ieri sera al termine della kermesse dei cronisti, ha spiegato ai presenti proprio quella quotidianità della Casa Famiglia Padre Pio.
Adesso questa struttura chiede aiuto, dopo venti anni di esperienza e forse anche più, in un “territorio che va da Catania a Napoli“, passando dunque per Cirò Marina. “Abbiamo fatto venti anni di sacrifici, venti anni di passione, e forse l’aiuto vostro dei giornalisti lo meritiamo, ha detto emozionato ieri sera, dopo che il vento era scemato e si mettevano insieme i pezzi della commedia portata sul palco.
Il testo mette alla berlina i criminali e i loro affari, ricordando che bisogna credere negli esseri umani, come cita la canzone di Marco Mengoni, scelta come gran finale del secondo atto, mentre la commedia stessa con uno striscione e dei cartelloni viene dedicata ai giornalisti vittime della criminalità, per aver raccontato la verità.
E tra queste verità c’è quella della Casa Famiglia di don Antonio Mazzone: “Da noi una mamma ha lasciato un bambino – dice con la voce rotta dall’emozione, come se le labbra snocciolassero una preghiera – e lui è l’unico bambino che non ha la mamma. Ogni mattina aspetto che si svegli, lo abbraccio, e gli dico “Io non ti ho generato, ma ti voglia dare grande speranza. Forse in questa società c’è meno chiesa e più diavolo, per parafrasare il titolo della vostra commedia, e il vostro gesto è un gesto di chiesa, di umanità, in un periodo in cui la politica ci ha abbandonato”.
La Commedia mette alla berlina, dunque, la criminalità organizzata, ma la serata di ieri ha messo in risalto l’umanità, quella lontana dai riflettori, ma prima nei comandamenti del cuore.
