A Pallagorio l'ultima tappa di "Narrazioni. Laboratorio delle radici"

Pallagorio - Il 15 e 16 marzo 2025, la residenza artistica RRËNJËT/RADICI ha ospitato a Pallagorio – con il supporto dell’amministrazione...

A cura di Redazione
19 marzo 2025 10:00
A Pallagorio l'ultima tappa di "Narrazioni. Laboratorio delle radici" -
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Pallagorio – Il 15 e 16 marzo 2025, la residenza artistica RRËNJËT/RADICI ha ospitato a Pallagorio – con il supporto dell’amministrazione comunale e la collaborazione delle Proloco di Pallagorio e Verzino e dell’associazione Verzino Adventure – l’ultima tappa di “Narrazioni. Laboratorio delle radici” di Italea Calabria, un ambizioso progetto che mira a raccontare e reinterpretare le storie di migrazione calabrese attraverso la lente dell’arte contemporanea. Il progetto, sostenuto dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, è stato coordinato da Radici in Viaggio Srl – Impresa Sociale e si inserisce all’interno di un percorso che prevede la realizzazione di undici residenze artistiche, dal Pollino fino allo Stretto, con l’obiettivo di far emergere storie e immagini legate alla migrazione, dando voce a ricordi, riflessioni e legami che superano il tempo e le geografie, mettendo in luce i territori e le comunità delle aree interne della Calabria.

Le residenze artistiche sono state ideate per favorire un’interazione diretta con le comunità locali, che diventano partner attivi del progetto, mettendo in relazione artisti visivi, dramaturg e curatori con gli abitanti dei territori coinvolti.

Dal dicembre 2024 e fino a metà marzo 2025, ogni fine settimana (da venerdì a domenica), il team composto da quattro artisti visivi – Ozge Sahin, Luca Granato, Larissa Mollace e Mariachiara Falcomatà – tre dramaturg – Elvira Scorza, Scenari Visibili e Lorenzo Praticò – un regista, Salvatore Insana, e tre curatori facilitatori – Laura Mileto, Angelo Carchidi e Vincenzo Panuccio – ha incontrato i cittadini di undici diversi territori calabresi. Gli artisti e i curatori hanno sviluppato il loro lavoro in due modalità principali: incontri uno a uno e assemblee pubbliche aperte, raccogliendo testimonianze che daranno vita a una riflessione collettiva sul fenomeno migratorio.

La tappa pallagorese ha visto coinvolte le artiste visive Ozge Sahin e Larissa Mollace, la dramaturg Elvira Scorza, oltre ai tre curatori Laura Mileto, Angelo Carchidi e Vincenzo Panuccio, supportati dalla curatrice della residenza artistica RRËNJËT/RADICI, Luana Leo.

Il frutto di questo lavoro sarà una performance teatrale itinerante, composta da un audio da ascoltare in cuffia e da una serie di opere artistiche visive, che offrirà al pubblico un’esperienza immersiva attraverso una serie di racconti vocali che esploreranno il fenomeno migratorio calabrese. Lo spettatore non sarà semplice osservatore, bensì partecipante attivo, che si muoverà all’interno di uno spazio definito dalle opere realizzate dagli artisti, che a loro volta interagiranno con la narrazione audio.

Gli artisti coinvolti nel progetto sono impegnati a portare nuove prospettive artistiche su un tema tanto complesso quanto profondo. Ognuno di loro ha una lunga carriera alle spalle, caratterizzata da una ricerca continua tra memoria, spazio e collettività.

Ozge Sahin, artista visiva originaria di Istanbul e residente a Roma, esplora la relazione tra memoria, spazio e collettività, utilizzando fotografia, installazioni e arte relazionale per indagare la società. Ha studiato Grafica e Fotografia all’Accademia di Belle Arti di Roma e ha partecipato a residenze artistiche in Portogallo, Paesi Bassi e Italia. Il suo progetto “La Memoria Collettiva” è stato esposto in gallerie in Italia, Slovenia e Serbia. Attualmente lavora al progetto fotografico del Museo della Memoria in collaborazione con l’Università Roma Tre.

Larissa Mollace, nata nel 1989, inizia a sperimentare nell’illustrazione da autodidatta, sviluppando uno stile unico che mescola fotografia e inchiostro. Si diploma in teatro e in Grafica d’arte all’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, dove approfondisce tecniche come l’incisione calcografica. Ha scritto un saggio sulla fenomenologia dell’arte contemporanea e ha esposto in fiere e mostre, tra cui la Biennale dello Stretto. Ha completato due Master in fotografia e storytelling, continuando a esplorare la fotografia digitale.

Elvira Scorza, nata a Cosenza nel 1992, si laurea al DAMS di Bologna con una tesi sulla sordità nel teatro. Si forma come attrice alla Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino, studiando con importanti maestri. Ha lavorato con diverse compagnie teatrali e ha scritto e diretto progetti come “Avesta” e “Qui – che cosa ci faccio io qui”. Ha vinto premi e finalizzato progetti come “Mille papaveri rossi” e “Bella Verona”. Ha anche pubblicato un libro di poesie, “La fiducia dei piedi scalzi”.

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