Crisi idrica, Torchia (Ionio crotonese): «Nessuna soluzione pioverà dal cielo»
«La primavera e l’estate del 2022 ci avevano fatto toccare con mano, un assaggio delle conseguenze di un clima che cambia. Temo che il 2023 si stia già confermando peggiore, perché, salvo un consisten...

«La primavera e l’estate del 2022 ci avevano fatto toccare con mano, un assaggio delle conseguenze di un clima che cambia. Temo che il 2023 si stia già confermando peggiore, perché, salvo un consistente rinforzo delle piogge primaverili, è molto probabile che gli effetti della scarsità d’acqua saranno ancora più intensi».
Lo scrive in una nota il presidente del Consorzio Ionio crotonese Roberto Torchia.
«Come abbiamo potuto sperimentare, gli ultimi mesi del 2022 sono stati caratterizzati da una crisi idrica per il nostro territorio senza precedenti. Non solo i reiterati problemi sul bacino del Tacina (Isola e Cutro per intenderci) hanno compromesso la piantumazione degli ortaggi autunno-invernali, ma è arrivata anche la carenza idrica sul bacino del Neto. Come non ricordare, con profondo sgomento, la comunicazione della Regione Calabria ai comuni di Crotone e Rocca di Neto che la disponibilità della risorsa di acqua potabile fosse solo di 21 giorni. Ed anche le riunioni in Regione e in Prefettura, ove si apprendeva che i laghi Arvo ed Ampollino erano quasi vuoti».
Il Consorzio a gennaio ha consegnato alla Regione Calabria un documento sottoscritto da più parti con tre proposte: far conservare il più possibile l’acqua nei due bacini silani; monitorare collegialmente (Regione, A2A e rappresentanze Istituzionali del territorio) con cadenza trimestrale i livelli dei bacini al fine di poter programmare consapevolmente le attività economiche; fare un catasto delle sorgenti idriche al fine di mettere a conoscenza della reale disponibilità di acqua.
Ma Torchia avvisa: «Ci stiamo avvicinando alla stagione irrigua nella totale incertezza. Cosa questa che mal si sposa con le necessità di programmazione delle aziende. Siamo convinti che si deve dare seguito, come territorio, a marcare il contenuto del documento concertato, per fare in modo che la nostra classe dirigente assuma, sempre più, maggiore consapevolezza sulla complessità delle questioni. Si dovrebbe finalmente comprendere che nessuna soluzione pioverà dal cielo. Ed il territorio deve saper rivendicare con perentorietà ed autorevolezza questioni vitali come queste dell’acqua, a maggior ragione se sono state già più volte promesse iniziative concrete ed assunzioni di responsabilità chiare».