Crotone calcio | Gianluca Facente ci racconta la nuova maglia griffata Kroton
Le nuove maglie del Crotone calcio sono identitarie non solo perchè la grafica richiama i temi della Magna Grecia, ma soprattutto perchè al loro interno hanno una frase (una diversa per ogni tipo di m...

Le nuove maglie del Crotone calcio sono identitarie non solo perchè la grafica richiama i temi della Magna Grecia, ma soprattutto perchè al loro interno hanno una frase (una diversa per ogni tipo di maglia) tratta dai libri di Gianluca Facente.
«La maglia mi piace proprio tanto, tanto tanto. Scompare dal collo della maglietta del Crotone Rino Gaetano per far posto a Gianluca Facente – ci dice lo scrittore crotonese ridendo – e questo è un grande motivo di orgoglio. Non è una competizione con il grande Rino, ovviamente. ma è una cosa che mi inorgoglisce tantissimo. La città comincia a cogliere il mio sforzo che non è indirizzato all’apologia del passato ma alla ricerca di un concetto identitario che parta dal nostro passato Magnogreco. E’ una serie di tre maglie: la rossoblù, la bianca e poi quella nera, che sarà disponibile da novembre»
Come nasce l’idea?
«Sono stato contattato dalla società prima di quest’estate. Il direttore generale. Raffaele Vrenna ha avuto l’idea di una maglia identitaria ed io sono stato chiamato a dare un contributo per realizzarla. Ho così suggerito di utilizzare la “greca” che è stata inserita sui bordi delle maniche, sul colletto, sulla parte terminale della maglietta e poi in verticale sui colori della maglia. Il risultato è stato meraviglioso. Poi dovevo scrivere qualcosa di identitario da inserire all’interno della maglia e ho deciso di utilizzare i tre periodi della mia frase più celebre: “Eracle la chiamò Kroton, Milone la onorò, Pitagora la scelse e Faillo la difese”. La frase è stata spezzettata in tre periodi ed inserita all’interno della maglia».
Le tre maglie riportano quindi: “Eracle la chiamò Kroton, Milone la onorò” sulla rossoblù, sulla bianca Eracle la chiamò Kroton, Pitagora la scelse”, sulla nera: “Eracle la chiamò Kroton, Faillo la difese”.
Tu che hai indossato da giovane la divisa del Crotone, vedere ora l’opera del tuo intelletto che caratterizza la maglia come ti fa sentire?
«Da ragazzo questa maglietta puntualmente finiva addosso a me, mi alzavo la mattina, mi andavo ad allenare e mi finiva addosso, giocavo con i pulcini e mi finiva addosso, andavo allo stadio la domenica e questi colori mi finivano addosso, e alla fine io sono finito addosso a lei. Un cerchio che si chiude, una cosa molto emozionante. Ogni qualvolta vedo la squadra entrare in campo con quella maglietta, in parte ideata da me, sapendo che dentro la maglia ci sono le mie frasi, è un battito di cuore accelerato, un’emozione forte dire unica».
Fra le tre maglie quale ti piace di più?
«Ovviamente la nera, perchè l’eroe (Faillo) non si discute. Mancava la figura dell’eroe e noi l’abbiamo restituito alla letterettura italiana e, soprattutto, alla storia italiana. è bene che lo capiscano tutti non solo i cultori della storia di Kroton, ma tutti a partire dalle istituzioni e dalla politica: l’eroe è un forte richiamo e ha un grande valore attrattivo anche per la città. Io insisto su questo concetto non perchè l’abbia tirato fuori io, ma perchè la gente questo vuole: l’eroe. L’eroe incarna lo spirito di un popolo intero, più del filloso e più dell’atleta. E comunque anche Faillo era un atleta, recordman di salto in lungo, un aristocratico e di conseguenza un pensatore. è bene che non ci si fossilizzi ad alcune figure, è bene non relegare la figura di Crotone solo ad una figura, ma è bene aprirsi, perchè l’identità non è fanatismo ma un qualcosa che si costruisce».
Non succede, ma se succede, si può dire che Facente batte Rino Gaetano uno a zero?
«Facente non batterà mai Rino Gaetano. Come direbbe nonno: “te n’ha manciare pasta e carne”. Ssperiamo che, con i dovuti scongiuri la squadra faccia il proprio dovere. Una squadra che a me piace. La società ha lavorato bene, ha iniziato per tempo a programmare la stagione, sono fiducioso e sono orgoglioso di aver prestato la mia opera intellettuale a queste gloriose magliette».
Giatur