Crotone - Dragaggio del porto: si inizia dallo studio dei fondali

Crotone – Nella conferenza stampa organizzata questa mattina dalla Global Port, società di gestione del terminal croceristico del porto di Crotone, convocata per fare il punto sulla stagione delle Cro...

A cura di Redazione
06 dicembre 2022 16:03
Crotone - Dragaggio del porto: si inizia dallo studio dei fondali -
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Crotone – Nella conferenza stampa organizzata questa mattina dalla Global Port, società di gestione del terminal croceristico del porto di Crotone, convocata per fare il punto sulla stagione delle Crociere appena conclusa e su quella del 2023, hanno fatto effetto le parole del dottor Alessandro Guerri, dirigente della sede di Crotone dell’Autorità di Sistema portuale dei mari Tirreno meridionale e Ionio (la ex Autorità portuale di Gioia Tauro).

Il dottor Guerri su sollecitazione del comandante della Capitaneria di Porto di Crotone, ha affrontato il tema degli interventi strutturali sul porto ed in modo particolare del dragaggio dell’infrastruttura.

Tutti sanno che il porto di Crotone ha un problema di insabbiamento, soprattutto all’ingresso, dove il fondale è più alto (9 metri) rispetto all’interno (dove arriva anche ai 12 metri), impedendo, in tal modo, a navi di una certa dimensione di entrare nel porto di Crotone.

Una barriera all’ingresso, ed è proprio il caso di chiamarla così, soprattutto per quanto riguarda le navi da Crociera. Infatti, nel passato, Crotone perse l’occasione “Costa Crociere“, epoca Scopelliti, proprio perché le loro navi, di dimensioni grandi e quindi con un pescaggio notevole, non potevano entrare nel porto.

Da anni, quindi, si parla della necessita di dragare il fondale del porto e soprattutto il suo ingresso,  ma l’infrastruttura marittima ricade in zona Sin, in quanto proprio i fondali risultano altamente inquinati, e questo rende molto più complicate le operazioni da svolgere.

«Il dragaggio del porto è all’attenzione dell’Autorità di Gioia Tauro» ha dichiarato all’inizio Guerri che, su sollecitazione dei giornalisti, ha aggiunto: «Avrei dovuto dire nelle intenzioni più che all’attenzione. Stiamo già lavorando per capire se il dragaggio si potrà fare e come effettuarlo. Nei primi sei mesi del 2023 effettueremo la caratterizzazione (per capire che tipo di inquinamento c’è sul fondale) ed in base ai risultati capiremo cosa e come farlo».

«E’ chiaro – ha continuato Guerri – che se la caratterizzazione darà risultati non “allarmanti” allora il materiale che si è posato sul fondale e mischiato alla sabbia potrà essere spostato in vasche di colmata e quindi “tombato” dentro le nuove banchine che devono essere realizzate».

“Non dobbiamo sottovalutare anche la presenza del fiume Esaro e del torrente Pignataro – ha aggiunto il dirigente dell’Autorità di Sistema – che sono due “portatori” di sabbia all’interno del porto e non sono sabbie pulite, percui c’è un inquinamento che si somma all’inquinamento dovuto alla presenza delle industrie».

«Ma qui dobbiamo capire – ha concluso Guerri – che il porto è un mezzo e non un fine, e dovremmo agire di conseguenza».

Giatur

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