Crotone - Il “campo di Tufolo” pronto a una nuova vita, impossibile dimenticare il suo passato

Crotone – E’ stata pubblicata la manifestazione di interesse per l’affidamento in concessione del “campo sportivo di Tufolo” Si tratta della storica struttura che l’amministrazione sta riqualificando...

A cura di Redazione
29 giugno 2024 08:00
Crotone - Il “campo di Tufolo” pronto a una nuova vita, impossibile dimenticare il suo passato -
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Crotone – E’ stata pubblicata la manifestazione di interesse per l’affidamento in concessione del “campo sportivo di Tufolo” Si tratta della storica struttura che l’amministrazione sta riqualificando (foto in alto a destra), mancano pochi dettagli alla sua restituzione alla città. Lo comunica l’assessore all’Impiantistica Sportiva Bossi. Si tratta di una struttura polifunzionale: accanto allo storico campo, oggi riqualificato in erba sintetica ed omologato LND, è prevista una struttura polivalente all’aperto per basket e pallavolo, locali spogliatoio riqualificati, impianto fotovoltaico, una tribuna per spettatori, servizi per spettatori , area parcheggio di 350 mq ed impianto di illuminazione con torri faro. La notizia è semplicemente la conclusione di un percorso iniziato più di un anno fa e che tra poco vedrà la sua conclusione riportando alla vita una struttura che ha segnato la gioventù di tante generazione che su quel campo in terra battuta hanno costruito le loro prime esperienze calcistiche.

Il “campo di tufolo” prima di diventare un luogo abbandonato e regno solo di erbacce (prima foto in alto a sinistra), insetti e animali vari, è stato per decenni, insieme all’altra storica struttura, il campo di Fondo Gesù, il luogo di sport dei giovani crotonesi, oggi diventati grandi, molti anche genitori, alcuni anche nonni. Quanti “ex ragazzi” passando, magari in macchina, davanti a quella struttura si sono rivolti ai propri figli o ai propri nipoti dicendogli: «qui quando avevo la tua età giocavo a pallone». Ed una semplice frase apre uno scrigno di ricordi e forse anche di domande. E le prime cose che tornano in mente sono le immagini: quel campo in terra battuta che quando c’era un po’ di vento alzava una polvere che ti metteva in difficoltà anche dal punto di vista respiratorio.

Le strisce del campo che venivano tracciate poco prima della partita, con la cariola di gesso, con righe che di dritto avevano solo l’ambizione e che in realtà si trasformavano in una serie di curve degne di un circuito di formula uno. Il dischetto del rigore che veniva fatto con una paletta di gesso e non era mai allo stesso punto di prima.
Due porte che, quando c’erano le reti, bisognava già ringraziare, ma poi, la parte più appassionante era vedere allenatori ed accompagnatori della squadra che si mettevano lì, sotto il sole, prima dell’inizio della partita, con una calma glaciale a “rattoppare” i buchi. Ma tutto questo, allora, non pesava a nessuno.

La cosa importante era giocare e giocare insieme. Al di là del terreno di gioco, che ci fosse il sole ed il campo diventasse duro come una pietra, o che piovesse trasformando il terreno di gioco in un’unica pozzanghera. Erano altri tempi, altri luoghi, e forse altri ragazzi con meno pretese e qualche sogno in più. Ma i ricordi non possono prescindere dai nomi che poi si sono trasformati in leggende. E così passiamo dalla Pro Crotone di Cecè Sellaro, alla Nuova Crotone del presidente Archito, dalla Tuttedil di Carlo Turino (nella foto in basso a sinistra), all’Alampi Gomme dei fratelli Alampi.
Nomi e squadre che fanno parte di un tesoro di esperienze, di vite, di storie che hanno segnato gli anni ‘70 e’80 di questa città.
E poi i ragazzi, i tanti ragazzi che almeno per una volta hanno calpestato quel terreno di gioco (foto in basso a destra un’immagine di una partita), che era per tutti, ricchi e poveri, educati e scostumati, bravi e scarpari, figli della borghesia o del proletariato delle fabbriche.
Su quel campo si era tutti uguali. E così che sono nate L’Hera Lacinia di Siniscalchi, la Scintilla di Faga, l’HLK Kroton, la squadra dei record che dominò il campionato fgiovanissimi vincendo tutte le partite e segnando 104 gol e subendone soltanto 4.

E così sui quel campo in terra battuta giocavano i giovani Antonio Galardo, Massimo Drago, Vincenzo Gerace, e poi quelli che oggi raccontanto il calcio come i giornalisti Massimo Propietto e Gianfranco Turino.
Generazioni intere che oggi sognano, ancora una volta, di poter tornare a tirare qualche calcio al pallone porpio su quel campo di Tufolo, e magari un piccolo sogno che potrà ancora realizzarsi.
Giatur

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