Crotone - Inaugurato l'Ambulatorio medico per gli ultimi, un luogo «che profuma di Vangelo»

Crotone – Attenzione agli ultimi e alle persone sole, emigrate o per le famiglie meno abbienti, presso il nuovo Ambulatorio San Giuseppe Moscati, inaugurato questa mattina presso via Pietro Raimondi,...

A cura di Redazione
12 dicembre 2023 16:03
Crotone - Inaugurato l'Ambulatorio medico per gli ultimi, un luogo «che profuma di Vangelo» -
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Crotone – Attenzione agli ultimi e alle persone sole, emigrate o per le famiglie meno abbienti, presso il nuovo Ambulatorio San Giuseppe Moscati, inaugurato questa mattina presso via Pietro Raimondi, vicino la Cattedrale, nei locali della Caritas diocesana di Crotone, diretta da don Stefano Cava.

Un luogo che profuma di Vangelo – ha dichiarato questa mattina, prima della benedizione dei locali dell’ambulatorio, l’Arcivescovo di Crotone-Santa Severina Angelo Raffaele Panzetta, alla presenza dei tanti medici volontari disponibili –  uno dei segni di Cristo era l’attenzione dei malati e degli infermi. Questo luogo sarà umanamente dignitoso, profumato di Vangelo, che consente ai medici di vivere la loro vocazione alla santità. La comunità deve essere annunciatrice del Vangelo e testimone nel prendersi cura delle persone”.

L’ambulatorio prende il nome da San Giuseppe Moscati, definito il medico dei poveri per la sua grande umanità. Quest’opera di “vangelo applicato” è possibile grazie alla collaborazione di numerosi medici volontari Caritas, che presidieranno l’ambulatorio con rotazione giornaliera. L’ambulatorio è aperto a cittadini disoccupati, cittadini non comunitari irregolari, cittadini italiani senza dimora, cittadini che non hanno diritto ad esenzioni. Le visite sono su appuntamento, e prevedono diverse specializzazioni, come Medicina Generale, Oculistica, Cardiologia, Pneumologia, Pediatria, Ortopedia, Geriatria, Ginecologia, Infettivologia, Consulenze psicologiche.

Questo luogo, dunque, è rivolto a “coloro che non hanno nulla, rivolto anche a chi ha reddito bassissimo, anche per i migranti che vivono la sofferenza fisica – ha concluso Don Stefano Cavae poi vi sarà il contatto con il medico di famiglia, dove c’è una persona che ha reddito bassissimo l’importante è che noi dialoghiamo con lui, perchè non siamo una piccola isola, ma vogliamo stare in contatto con tutti. Questo è l’inizio di un volto nuovo, di una fede nuova”.

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