Crotone - La bonifica bloccata dal nodo rifiuti e una città nuovamente divisa
«Non ci sono discariche in Italia in grado di accogliere i rifiuti pericolosi dell’ex area industriale? Allora mandiamoli all’estero».Con questa dichiarazione il sindaco Vincenzo Voce ha inteso trasfe...

«Non ci sono discariche in Italia in grado di accogliere i rifiuti pericolosi dell’ex area industriale? Allora mandiamoli all’estero».
Con questa dichiarazione il sindaco Vincenzo Voce ha inteso trasferire un messaggio indirizzato al Commissario Straordinario per la bonifica, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ed a tutti gli enti che partecipano alla Conferenza dei Servizi relativa alla bonifica dell’ex area industriale.
Ma la domanda è un’altra: perchè il sindaco è costretto a rilasciare tale dichiarazione con un messaggio così formale?
Evidentemente la situazione sta degenerando in fretta, così come, evidentemente, anche i rapporti tra l’Eni e gli enti territoriali, ed in modo particolare il Comune di Crotone.
Il nodo della discordia è e rimane dove allocare i rifiuti pericolosi (veri e propri veleni) che oggi sono sepolti sotto la “passeggiata degli innamorati”, le due discariche a mare che costeggiano la strada consortile.
Nel Pob 2 approvato all’epoca Pugliese i rifiuti dovevano andare fuori e lontano dalla Calabria. Pob non solo approvato in sede ministeriale e sottoscritto da tutti, compreso l’Eni stessa, ma riconfermato nei decreti ministeriali emessi successivamente.
L’Eni però ha presentato ricorso direttamente al Presidente della Repubblica, e da quel momento si è aperto un nuovo capitolo, in cui si è rimesso in discussione di utilizzare la discarica Sovreco di Crotone per depositarci i veleni della passeggiata degli innamorati.
Posizione inaccettabile dal territorio e intorno alla quale si è creato un fronte istituzionale unito tra Comune, Provincia e Regione.
In mezzo ai due fuochi il commissario Errigo che con abilità dialettica si è districato bene spingendo affinchè le operazioni di bonifica iniziassero nel minor tempo possibile, ma, al contempo, aprendo all’opportunità discarica a Crotone, tanto agognata da Eni.
La multinazionale fa i suoi conti, una bonifica, così come prevista dal Pob 2, con l’utilizzo di una discarica sul territorio, costerebbe circa trecento milioni di euro, che aggiunti ai duecento già spesi in questi anni, formerebbe sì un bel gruzzolo, ma accettabile.
Se invece i rifiuti dovessero essere portati altrove, molto probabilmente all’estero visto che in Italia sembra non ci siano discariche che possano accogliere rifuti Tenorm, cioè caratterizzati dalla presenza di radioattività, come quelli della passeggiata degli innamorati, in questa ipotesi i costi di trasporto sarebbero elevatissimi, anche perchè un rifiuto di questo genere non può che viaggiare su nave e quindi partire dal porto di Crotone che, a questo punto dovrebbe avere anche un’area predisposta allo stoccaggio di queste sostanze.
Insomma, come evindete, spostare i rifiuti lonanto da Crotone per Eni non è assolutamente economicamente conveniente.
Meglio perdere tempo, ed in questo la multinazionale è bravissima, visto che sono più di vent’anni che parliamo di una bonifica mai iniziata.
Meglio cercare di trovare lo spiraglio, anche legislativo, che obblighi lo smaltimento delle scorie in loco e quindi a Crotone. Insomma meglio tutto tranne che trasportare questi rifiuti.
Come finirà questa storia è ancora difficile da prevedere, ma una cosa è certa: fino a quando il fronte istituzionale del territorio (Comune, Provincia e Regione) resterà compatto sulla medesima posizione, difficilmente l’Eni potrà averla vinta, ma se si dovesse creare una minima crepa tra i tre enti, come già successo in passato, in quel momento il territorio risulterebbe disarmato.
Gianfranco Turino