Crotone - La protesta Abramo si sposta in Piazza: "Da luglio saremo senza lavoro"

Crotone – C’erano i lavoratori Abramo in Piazza della Resistenza, sotto il Palazzo del Comune, mentre fervevano i preparativi per la festa dei 110 anni del lavoro della Cgil. Svettano le bandiere ross...

A cura di Redazione
30 maggio 2024 18:00
Crotone - La protesta Abramo si sposta in Piazza: "Da luglio saremo senza lavoro" -
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Crotone – C’erano i lavoratori Abramo in Piazza della Resistenza, sotto il Palazzo del Comune, mentre fervevano i preparativi per la festa dei 110 anni del lavoro della Cgil. Svettano le bandiere rosse vicino la statua di Rino Gaetano, che il lavoro e la dignità dei lavoratori lo cantava, mentre il presente è incerto e il futuro ancor più preoccupante.

Lavoro che nel territorio crotonese non c’è, e quel poco rimasto, garantito dall’Abramo Customere Care, potrebbe abbandonare la città. I dipendenti hanno detto in coro di essere stanchi di parole, e che vogliono sapere quale sarà il proprio futuro. Un momento di confronto con il sindacato della Cgil, rappresentato da Alberto Ligato, segretario generale Slc Cgil Calabria.

Abbiamo approfittato di questa iniziativa per incontrare i lavoratori di Abramo e di parlare, in vista anche delle assemblee di domani, di quello che si è discusso ieri in Prefettura. C’è molto fermento, mancano 30 giorni alla fine della commessa e la preoccupazione è tanta. La clausola sociale è la strada da seguire, potrebbe essere la parte normativa da utilizzare per mettere in Sicurezza tutti e 1000 i lavoratori

Adesso la vertenza Abramo si deve spostare a Roma, negli uffici del Ministero, per uscire dai confini locali: “Questa vertenza deve uscire dai confini locali, sono qui per parlare con i lavoratori Abramo, domani avremo le assemblee – ha continuato – i lavoratori di Abramo hanno una giusta rabbia perchè tra tenta giorni la commessa potrebbe essere non rinnovata ed è giusto che siano in fermento”.

La proposta avanzata al tavolo che si è tenuto ieri presso la prefettura di Catanzaro è di salvare i dipendenti con la clausola sociale: “Proporremo ai lavoratori un’azione forte per provare a smuovere la politica per un tavolo al Ministero del Lavoro. Andremo sotto la sede del Ministero per urlare e far capire che la clausola sociale è una legge e deve essere applicata ai lavoratori”.

In questo momento, ha aggiunto, il Ministero sta latitando, così come i Commissari: “Loro stessi avrebbero potuto parlare di più con la rappresentanza sindacale e i lavoratori, in modo da spiegare le varie fasi della procedura. Si sono limitati alla gestione aziendale dall’interno dei loro uffici, e questa è una pecca grave, il Ministero dovrebbe dare più voce ai lavoratori, dato che in Calabria sono mille”.

Ieri un tavolo in Prefettura a Catanzaro, con i rappresentanti della Regione Calabria e i sindacati, e oggi i dipendenti Abramo hanno chiesto in Piazza della Resistenza cosa è stato detto all’interno della riunione perchè, ha affermato una lavoratrice, “quello che deve succedere dopo il 30 giugno lo vogliamo sapere tutti“. “Ieri vi è stata una riunione interlocutoria per rilanciare le azioni che vanno messe in campo nei prossimi giorni perchè non resta molto tempo – ha concluso Alberto Ligatoabbiamo chiesto di rilanciare la richiesta di un tavolo al Ministero, e ci è stato detto che a breve saremo convocati. La vertenza è enorme, e che si risolve solo al Ministero“.

I dipendenti Abramo torneranno domani con la loro protesta, per il diritto al lavoro, e alla chiarezza. Non esiste dunque alcuna proroga alla scadenza del contratto fissata al 30 giugno, mentre domani dovrebbero consegnare le tessere elettorali.

Questo, infine, è quanto ci ha detto una dipendente: “Chiediamo la vicinanza e l’aiuto di tutte le sigle sindacali e delle istituzioni per arrivare al Ministero. Abbiamo saputo della riunione di ieri e anche la notizia che non sarà possibile attuare il progetto di assorbire i lavoratori nella Pubblica Amministrazione e che Tim non è intenzionata a rinnovare il contratto né a rinnovare le clausole sociali. Dal primo luglio non avremo più un lavoro e questo il nostro territorio non può permetterselo”.

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