Crotone - La strada per Capocolonna: croce e delizia della città

[media id="6393"]Crotone – Una strada panoramica che, costeggiando la costa, unisce la città al promontorio lacinio, un percorso che lega una comunità al suo luogo più identitario dove mito, leggenda...

A cura di Redazione
21 aprile 2023 10:30
Crotone - La strada per Capocolonna: croce e delizia della città -
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Crotone – Una strada panoramica che, costeggiando la costa, unisce la città al promontorio lacinio, un percorso che lega una comunità al suo luogo più identitario dove mito, leggenda e fede diventano un tutt’uno, ma soprattutto un luogo dove anche le pietre parlano crotonese. La strada per Capocolonna è questo ma potrebbe e dovrebbe essere anche tant’altro.

Ha una rilevanza turistica, così come naturalistica visto che oltre a costeggiare il mare, accarezza anche l’area geo-paleontologica di Vrica e Stuni. Ma soprattutto è la via principale di collegamento dei crotonesi che abitano nelle contrade sud: Capocolonna, Salica, Cipolla, unica reale alternativa alla strada che scende su Farina. Queste due vie danno la possibilità alla numerosa comunità che abita queste zone di poter avere un reale contatto con la città.

La strada è definibile come un tratto lungo di terreno battuto, lastricato o asfaltato, percorribile con veicoli, che mette in comunicazione località diverse, ma in realtà la strada per Capocolonna è vita per tutto ciò che rappresenta. Una strada che, nel mese di maggio, e quindi tra qualche settimana, assume ancora più importanza perchè diventa il percorso notturno della processione della Madonna di Capocolonna.

Il valore di questo percorso è dato anche dall’investimento di 10 milioni di euro inserito nel progetto Antica Kroton, che dovrebbe portare ad una parziale messa in sicurezza della strada e a una sua valorizzazione in termini turistici.

Un finanziamento necessario per “salvare” questa strada che è a rischio da anni. Il pericolo principale è dovuto all’erosione marina, che, mangiando il terreno sottostante, ha già provocato alcuni crolli, ma il pericolo è dovuto anche all’incuria.

Sono più di dieci anni, per esempio, che la strada per Capoloconna è al buio. Il sistema di illuminazione impiantato dalla provincia nei primi anni duemila è stato, più volte, preda dei “ladri di rame”, che lo hanno privato dei cavi, ma anche vittima di una semplice manutenzione mai realizzata. Questo tratto di strada, purtroppo, cade sotto la competenza della Provincia, e quando l’ente intermedio è stato ridotto ad ente di secondo grado e spogliato di molte competenze, ma soprattutto di risorse, a farne le spese sono state principalmente le strade, e quella per Capocolonna ne è un esempio lampante.

Insomma, mancanza di fondi, disinteresse e un po’ di mancanza di volontà politica da parte delle diverse amministrazioni che si sono succedute nel governo del territorio, hanno trasformato questa via da delizia nella classica croce.

Sarebbe meglio se la strada diventasse comunale, ma anche per questo servirebbe una decisa volontà politica magari condita con una visione di sviluppo del territorio.
A farne le spese sono, come al solito, i cittadini, primi tra tutti quelli che abitano nelle contrade sud, ma anche i tanti affezionati al promontorio lacinio ed i modo particolare i “fedeli” che nella notte del 20 maggio si recheranno a piedi al santuario per accompagnare la sacra effige di Maria di Capocolonna. Chi vive nella zona lamenta da tempo i disagi causati dal buoi ma anche dall’assenza di servizi essenziali.

Molti di loro hanno addirittura deciso di avvicinarsi al centro trasferendosi insomma in luoghi più serviti. Lo racconta una giovane mamma: «Spostarsi era diventato impossibile soprattutto con i bambini piccoli – mancavano pullman e la strada è davvero pericolosa». Alle parole di M. si aggiungono quelle di Audino che a Capocolonna ha la sua attività: «Evidentemente – spiega – dopo i tanti solleciti – non c’è la volontà di agire per poter andare incontro alle esigenze e alle richieste di noi che viviamo qui. Quello su Capocolonna è un intervento indispensabile per tutelare la sicurezza di chi attraversa la zona ma anche per salvaguardare la bellezza di un luogo tanto caro ai crotonesi ma purtroppo completamente abbandonato». Un’amara verità che in fondo ci rende tutti complici di un disinteressamento di un pezzo di storia che però appartiene a tutti.

 

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