Crotone, troppi detenuti e poco organico in nella casa circondariale

Crotone – Martedì mattina si è svolta, nell’ambito delle iniziative nazionali promosse, in seno alla Conferenza nazionale dei Garanti territoriali, la visita e l’incontro con i detenuti nella Casa cir...

A cura di Redazione
25 settembre 2024 18:30
Crotone, troppi detenuti e poco organico in nella casa circondariale -
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Crotone – Martedì mattina si è svolta, nell’ambito delle iniziative nazionali promosse, in seno alla Conferenza nazionale dei Garanti territoriali, la visita e l’incontro con i detenuti nella Casa circondariale di Crotone da parte di una delegazione.

La delegazione era composta dal Garante comunale dei detenuti di Crotone Federico Ferraro, dal Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Crotone Salvatore Rocca, dal membro del Consiglio Direttivo del’lONG Nessuno Tocchi Caino Carmen Gualtieri, dal Presidente della Camera Penale di Crotone Romualdo Truncé e dall’avvocato Serena Truncè, e dal Presidente del Movimento Forense di Crotone Teresa Paladini.

Durante l’incontro è stato possibile visitare alcune aree dell’istituto di custodia, ed incontrare alcuni detenuti per verificare le condizioni degli ospiti dell’istituto, dopo il lungo periodo estivo caratterizzato da alte temperature, e da un costante sovraffollamento.

Nella breve conferenza stampa di sensibilizzazione pubblica, è stato lanciato un appello alle Istituzioni nazionali affinchè si impegnino per la risoluzione delle ataviche criticità.

La situazione locale di Crotone rientra negli standard nazionali, ha informato il Garante dei Detenuti, vi è un livello positivo infatti di dialogo tra l’amministrazione penitenziaria e la popolazione detenuta, ma preoccupano i numeri delle presenze di detenuti in carcere — ad oggi 129 detenuti, a fronte di un capienza regolamentare di 99 persone; preoccupano le carenze di organico nel personale di Polizia penitenziaria e nell’ambito amministrativo e contabile.

A far discutere in questi giorni il disegno di legge dello scorso 18 settembre, il cui testo è ora all’esame del Senato, che introduce il nuovo reato di rivolta all’interno di un istituto penitenziario; tra gli «atti di resistenza» vengono annoverati , come penalmente rilevanti, non solo i comportamenti attivi ma anche quelli di c.d. resistenza passiva che impediscono il compimento di atti d’ufficio necessari alla gestione dell’ordine nel carcere. Tale misura preoccupa, in special modo il garante dei detenuti, poiché non affronta nel mondo costruttivo le criticita carcerarie, in un momento di grande preoccupazione e tensioni sociali all’interno degli istituti penitenziari italiani.

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