Crotone – Un appuntamento al giorno con San Dionigi: oggi l'anniversario dell'ordinazione del diacono Pino Sestito
Crotone – Nella Chiesa dell’Immacolata di Crotone, ogni sera, si sta svolgendo la Novena in onore del Santo protettore della Città di Crotone, Dionigi l’Areopagita. Momenti di fede e devozione secolar...

Crotone – Nella Chiesa dell’Immacolata di Crotone, ogni sera, si sta svolgendo la Novena in onore del Santo protettore della Città di Crotone, Dionigi l’Areopagita. Momenti di fede e devozione secolare, in cui come da tradizione vengono esposti i due santi protettori. Dionigi, membro dell’areopago, con le insegne episcopali essendo stato primo vescovo di Crotone, la Madonna di Capo Colonna invece è protettrice sia della città che dell’Arcidiocesi di Crotone-Santa Severina.
Ogni pomeriggio alle 17,15 Coroncina in onore di San Dionigi e recita del Rosario.
Oggi, mercoledì 4 ottobre ore 18,00 Celebrazione Eucaristica per il XXV anniversario di ordinazione del Diacono Giuseppe Sestito.
«Era il 12 luglio, ed eravamo sette a ricevere l’ordinazione diaconale. Cinque transeunti, e due permanenti – ci racconta il diacono Giuseppe Sestito – in Duomo, durante l’ordinazione ricevuta dalle mani di Monsignor Giuseppe Agostino, era presente mia madre, mio padre invece era impossibilitato in casa. Mi ricordo la cosa più toccante che è stata la prima comunione portata in casa proprio a lui, e questo fatto mi ha toccato tanto. L’anniversario l’abbiamo inserita di concerto con il parroco durante la novena del Protettore della nostra città».
La vocazione, continua, è nata in Bolivia nel 1993, «dove ho visto una chiesa che geme ma una chiesa di grazia. Ci vergognavamo io e mia moglie, perchè tutti erano scalzi, mentre io e lei indossavamo le scarpe. Lì ho visto la fede, mentre oggi ci preoccupiamo per il Duomo chiuso per restauro, e tante cose che ci vedono attaccati al folklore. Lì in Bolivia ho visto bambini scalzi che percorrevano dieci chilometri per giungere in Chiesa e partecipare alla Messa. Oggi siamo abituati a volere tutto e subito, guardiamo tutti con sospetto ma lo sguardo non è mai rivolto a Cristo. Dopo venticinque di diaconato, il tempo passato mi sprona a fare di più, non mi ritengo di essere un santo, anzi, come diceva Don Tonino Bello siamo tutti servi inutili, ma a tempo pieno. Vorrei fare molto di più per la Chiesa di Cristo e per le vocazioni, perchè la messe è molta ma gli operai sono pochi. Sono stati venticinque anni dove la grazia di Cristo l’ho sperimentata davvero, sono caduto ma mi sono rialzato, tramite la sua mano». Particolare è stata la guida, ci confida, di don Pino Caiazzo, parroco di San Paolo, poi consacrato Arcivescovo di Matera-Irsina.