Don Marcello Rossetto, il primo gaetanino nella Crotone operaia, e la messa dai balconi di Fondo Gesù

Dell’attività missionaria della Pia Società San Gaetano a Crotone, iniziata negli anni ’60 a Crotone, nel periodo industriale, ve l’abbiamo raccontata ampiamente con diversi articoli. Ma partiamo dall...

A cura di Redazione
09 marzo 2024 09:00
Don Marcello Rossetto, il primo gaetanino nella Crotone operaia, e la messa dai balconi di Fondo Gesù -
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Dell’attività missionaria della Pia Società San Gaetano a Crotone, iniziata negli anni ’60 a Crotone, nel periodo industriale, ve l’abbiamo raccontata ampiamente con diversi articoli. Ma partiamo dall’inizio.

Nel 1963 don Marcello Rossetto e Don Bruno Tibaldo arrivarono a Crotone nella chiesa di Sant’Antonio, il santo di Padova. La prima comunità dell’ordine religioso veneto. La prima in assoluto in Italia, prima di espandersi in tutto il mondo.

C’era da lavorare per una pastorale nuova, tra le famiglie degli operai. Fu questa l’intuizione del Vescovo di allora, monsignor Pietro Raimondi il quale volle i gaetanini di don Ottorino Zanon nella Crotone operaia.

Crotone – Nel 1963 don Marcello Rossetto e Don Bruno Tibaldo arrivarono a Crotone nella chiesa di Sant’Antonio, il santo di Padova. C’era da lavorare per una pastorale nuova, tra le famiglie degli operai. Fu questa l’intuizione del Vescovo di allora, monsignor Pietro Raimondi il quale, venuto a conoscenza della Pia Società San Gaetano di Vicenza, volle i gaetanini nella Crotone operaia.

Intorno la Chiesa di Sant’Antonio il quartiere Marinella e, lì vicino, il rione Fondo Gesù. Don Marcello, mentre Don Bruno celebrava le funzioni nella Chiesa di Sant’Antonio, era impegnato con la costruzione della Chiesa del Sacro Cuore, nella borgata San Francesco, altro rione operaio della Crotone anni 60-70.

E’ lo stesso don Marcello a raccontare quei giorni nei suoi scritti:

Siamo arrivati a Crotone il 15 luglio 1963. il vescovo di allora, Monsignor Pietro Raimondi, ci ha accolti col calore tipico della gente del sud e con la paternità e la delicatezza,che avremmo scoperto in lui giorno dopo giorno, come qualità straordinaria. Ha messo subito a disposizione parte della sua casa, l’episcopio, dandoci la massima disponibilità per l’uso sia delle stanze, sia della cucina, quella del seminario. Abbiamo goduto fin dall’inizio di un’autonomia che andava oltre ogni aspettativa.

La nostra spedizione da Vicenza era composta, oltre che da me da Don Bruno tibaldo e dagli assistenti Giuseppe Creazza, Giuseppe Beccaro e Antonio Zordan. Giuseppe Creazza per non essere confuso con l’altro Giuseppe, si fece chiamare Lorenzo .Giuseppe Beccaro, per motivi di salute, ricevette ben presto il cambio dall’assistente Ulisse Salin.

Perché siamo venuti a Crotone?

Don Ottorino sentiva che ormai alcuni sacerdoti e assistenti poi diventati diaconi, erano pronti a spiccare il volo, ad uscire da Vicenza per cominciare a lavorare nel campo missionario. A me che ero il più “vecchio” tra i primi preti della Congregazione, ha offerto l’incarico di iniziare questa avventura come responsabile della comunità. Risposi : Don Ottorino noi in missione ci andiamo, ma le faccio presente che non abbiamo esperienza diretta della vita apostolica parrocchiale !

La scelta di Crotone

Nel gennaio del 1963 Don Ottorino e Don Aldo avevano fatto un viaggio in Calabria dopo aver parlato con monsignor Carraro vicario generale della diocesi di Reggio stavano valutando le possibilità missionarie in quella zona. C’erano povertà e scarsità di clero secondo le scelte apostoliche della congregazione, ma ne mancava una terza: il mondo del lavoro. Arrivati a Sant’Eufemia, essi avevano ancora del tempo a disposizione e si fecero portare a Crotone, di cui avevano sentito parlare attraverso un religioso amico. Furono accolti dal vescovo e accompagnati da lui, hanno visitato la città con la periferia i due grandi stabilimenti industriali della pertusola e della montedison.

Era una città eminentemente operaia e per questo pienamente idonea alla missione della nostra Congregazione. Però, mentre altrove erano state offerte zone pastorali con relative strutture già esistenti, cioè chiese, case canoniche opere parrocchiali, qui per noi non si intravvedeva niente di tutto questo. Eppure essi optavano ugualmente per Crotone. Al ritorno dal viaggio Don Ottorino mi disse:

  • Rispetto a tutto quello che abbiamo visto, la missione che ci sembra più adatta è Crotone. Fai una visita anche tu.
    Risposi:
  • Se dite che la città di Crotone è la più adatta secondo lo spirito della Congregazione a me va bene. Io potrei andare soltanto per avere un primo contatto.
    Allora sono sceso a Crotone all’inizio della Settimana Santa del 1963, ospite del Vescovo. Ho dato un aiuto in cattedrale, a Santa Maria dove era parroco Monsignor Bagarotti, un santo sacerdote, ed anche alla chiesa dell’Immacolata. Nei giorni che seguirono la Pasqua mi sono dedicato alle richieste che le persone mi rivolgevono soprattutto le confessioni. Attraverso questo sacramento ho potuto incominciare a conoscere un po’ la realtà e ne ho approfittato con qualche domanda per ottenere altre informazioni.

    Mi è parso immediatamente che fosse una terra buona, profondamente buona, e con una pietà popolare molto diffusa. Era gente semplice ma intelligente con espansività molto grande.

    Ritornato a Vicenza, Don Ottorino chiese la mia opinione su quello che avevo visto e su quanto mi avesse detto il Vescovo. La mia risposta fu favorevole per iniziare l’esperienza missionaria Crotone e così fu detta l’ultima parola. La sua visita con Don Aldo in Calabria era avvenuto in gennaio, la mia Crotone in aprile, in luglio eravamo già nella città di Pitagora.

Destinazione Fondo Gesù e San Francesco

In un primo momento il Vescovo, dopo l’incontro con don Ottorino e Don Aldo, aveva coltivato l’idea di affidarci la parrocchia Madonna del Carmine, dove esisteva già una chiesa, ma mentre ero sua ospite durante la mia visita di Pasqua ci ripensò e uscì con questa proposta:

  • Al Carmine il prete lo vedono qualche volta, almeno quando passa nei funerali per andare al cimitero, mentre invece le zone di Fondo Gesù e di San Francesco di Paola sono completamente prive di ogni servizio. Se vi sentite se credete opportuno…. queste sarebbero le zone che hanno più bisogno.
    Era il lunedì di Pasqua e continuò:
    -Se vuole Don Marcello andiamo a fare un giretto al Fondo Gesù e a San Francesco.
    Telefonò a Don Pullano che aveva, mi pare di ricordare una Fiat 600 sgangherata e che venne subito. Andai a vedere.

Primo contatto

A Fondo Gesù vidi un Rione che mi sembrò immenso nel suo abbandono, con la gente seduta sui gradini, sul marciapiede, così… tale visione mi prese interamente e scesi dalla macchina. Mi dissero:

  • No, non scenda, perché la zona è molto pericolosa!
  • Pericolosa? chiesi io sorpreso e aggiunsi:
    -Sta bene, ma vado a vedere ugualmente.
  • Almeno sia prudente -mi raccomando il vescovo.
    Allora salutai quegli uomini seduti sui gradini delle case.
    Qualcuno ricambiò il saluto e poi:
  • Ma perché è qui lei?
  • Sono di passaggio -risposi- Mi hanno parlato di Crotone, perciò mi piacerebbe vedere, conoscere.
  • Non metta più piede in questa zona, perché i preti qui non hanno un gran successo, non sono ben visti- mi consigliarono senza concedere una replica.
    Era un bel invito a rimanere alla larga. Il Vescovo, invece, più tardi ritornò sull’argomento:
  • Se la sente di andare in missione in quel quartiere?
  • Se me la sento? Che devo sentire? Io devo andare- risposi.
    Mi aveva impressionato subito, in modo particolare, la mancanza di qualsiasi ambiente o struttura per i moltissimi bambini, che invece, lo si intuiva prima vista avevano un bisogno assoluto di essere accolti, amati ed educati.
    Arriviamo Dunque il 15 luglio noi religiosi della prima Comunità. Così il signore poneva la semente della nostra Famiglia religiosa nel terreno di Crotone.

All’alba della nostra missione la santa messa sul balcone

Sistemate le nostre cose, un pomeriggio di due o tre giorni dopo l’arrivo sono andato in bicicletta a Fondo Gesù e li ho visto un uomo seduto sui gradini di casa sua. mi si avvicina saluta e dice: vuole un consiglio come un fratello Qualunque sia la sua intenzione data la natura dell’ambiente il prete qua non è ben visto dissi tra me:

-Senza neanche conoscermi anche lui mi invita a tornarmene a casa è veramente strano quell’uomo era un netturbino una persona che conosceva tante cose. Ho cercato di mostrargli la mia stima di ringraziarlo per il consiglio poi ho aggiunto che in duomo era venuto da me una persona di fondo Gesù la quale sentendo che cercavo Come iniziare il nostro Ministero aveva messo a disposizione il balcone di casa sua perché mi celebrarsi la Santa Messa alla domenica mi aveva dato il proprio nome e il numero di casa che era vicino l’attuale chiesa di fondo Gesù guardi dico nel tombino dovrei andare da questa signora che mi ha offerto la possibilità di celebrare la messa

No no no stai attento mi risponde furba eh vi invita a casa sua per mettere a disposizione il suo balcone ma quella la mette a disposizione ben altre cose Stai attento perché voi del Nord siete un po’ ingenui a voi i soldi non mancano avevo dato la mia parola perciò sono salito con decisione dalla signora lui mi ha aspettato per vedere cosa come io mi sono fermato pochissimo tempo neanche 5 minuti Le avevo detto sta bene domenica veniamo allora portiamo le nostre cose l’altoparlante celebriamo qui e sono uscito subito riunendo mia signora che mi aspettava constatata la brevità del tempo da me impiegato rimase sorpreso che proprio quella donna mi avesse messa a disposizione sul balcone la domenica durante la messa lui che in chiesa non andava mai era sotto il balcone osservava guardava

Incominciamo dalla gente

il netturbino si era dichiarato comuniste ea me era subito diventata una persona interessante Mi chiedo come vive risponde lavoro al comune alla nettezza urbana poi quando ho tempo libero Vado a pescare lungo lesara a pescare riprendo Sì tutti i giorni Posso venire anch’io ho volentieri siamo diventati amici sono andato due o tre volte con lui di sabato mentre pescava E parlavamo parlavamo ho conosciuto la città e l’ambiente Di fondo Gesù della sua prospettiva prospettiva non c’era proprio niente allora

il bambino malato

un giorno Egli si presenta a casa nostra dice Non voglio disturbare Per carità cosa c’è racconta il suo problema uno dei figli si era ammalato gravemente e aveva bisogno di essere portato all’ospedale di Cosenza subito con la Fiat 600 sulla quale eravamo arrivati a Crotone abbiamo condotto il bambino a Cosenza dal dottore Misasi un pediatra molto noto
l’amico vista la nostra disponibilità che aveva comportato il sospendere tutto quanto stavamo facendo lo spostare anche l’orario della Santa Messa rimase fortemente colpite da quel momento comincio a frequentare la chiesa
questa rimane non A3 attraverso.

giocando a calcio con i ragazzi e aprendo varie attività

il sabato pomeriggio ho lasciato i libri di scuola i ragazzi giocavano a calcio riempiendo i campetti vicino alla montedison i nostri assistenti erano con loro i ragazzi sentivano accolti e venivano a cercarci Eppure a confessarsi poi abbiamo avviato alla buona una prima attività per loro l’assistente Giuseppe Lorenzo era un appassionato di fotografia e quando abbiamo trovato una stanzetta ha aperto una sorta di studio fotografico questa ed altre piccole attività hanno facilitato il nostro rapporto con la gioventù e l’intera popolazione
io sentivo parlare molto spesso di messinetti sindaco della città la gente lo stimava moltissimo e così ho capito Meglio quali fossero le attese più immediati della gente il comfort Più belle da tenere nei loro confronti mi sono proposto a loro di ascoltarli pazientemente di mettermi a sua disposizione e di starle vicino soprattutto se Povera la gente non era ancora convinta di noi e di tanto in tanto diceva Chissà questi che cosa hanno combinato la super finire qua giù
ci considerava quasi dei condannati dei castigati ma un po’ alla volta ha cambiato giudizio.

Nasce una pastorale organica – la chiesa di Sant’Antonio

Affinché potessimo iniziare l’esercizio del nostro Ministero il Vescovo ci mise a disposizione attraverso Don Ciccio Arrighi la chiesa di Sant’Antonio la cominciamo a celebrare le lodi le eucarestie e tutte le altre funzioni ed essa divenne la nostra base pastorale il punto di riferimento per la gente e il germoglio della meravigliosa albero della collaborazione dei laici

A fondo Gesù è San Francesco non esisteva alcuna struttura parrocchiale e noi con l’autobus di Romano che portava gli operai alla Montedison provvediamo a prelevare i bambini e ragazzi di quelle zone e farli venire a Sant’Antonio.

A quel tempo era direttore scolastico il professore Bevilacqua che frequentava la parrocchia di Sant’Antonio. Il vescovo mi disse è una persona di fiducia abbiamo fatto la sua conoscenza e degli proposte Se volete metto a vostra disposizione le mie aule per avviare un po’ di doposcuola abbiamo approfittato delle offerte con gli assistenti qualche persona del luogo abbiamo iniziato il doposcuola.

A fondo Gesù la nostra prima opera l’asilo per i bambini

ma la gente chiedeva di più per i propri bambini al nostro arrivo essi venivano affidati a delle maestre le quali però non avevano niente a fondo Gesù i bambini si radunavano un sottoscala e Daisy si portavano a casa un semplice panino per il pranzo allora abbiamo cominciato a pensare alla scuola materna e con l’aiuto del Vesco il materiale provvisto da Vicenza abbiamo realizzato il prefabbricato dell’asilo con l’aggiunta anche di quello della Chiesa fu la nostra prima opera
a San Francesco invece ce la prova una messa nella chiesetta del Santo ogni venerdì secondo la tradizione ma il nostro tentativo di far venire la gente anche la domenica andrò a vuoto

Il laboratorio per le ragazze

Dopo i bambini un altro grave problema era quello delle ragazze senza lavoro sempre chiusi in casa nella nostra vocazione missione c’è la sensibilità pastorale per il mondo del lavoro come ho ricordato per la scelta di Crotone e a quel tempo era ancora molto radicata in noi il modello dell’esperienza fatta con un istituto San Gaetano l’inclinazione di avviare qualche cosa in favore dei Giovani per la loro formazione professionale insieme con la crescita umana e l’educazione alla Fede era vivissima a Crotone però avevamo trovato che esisteva già il Ciapi Per l’avviamento dei giovani al lavoro in ogni caso andavamo scoprendo che la vera piaga sociale da quella della mancanza di lavoro al di fuori del pubblico impiego delle due grandi fabbriche e del Porto
per le ragazze ancora peggio non c’era niente di niente decidemmo di impegnarci a loro favore non certo con la presunzione di risolvere il problema bensì allo scopo di aiutare quelle che la provvidenza avesse posto sul nostro cammino ed anche per mandare un segnale
nel vicentino un istituto secolare femminile gestiva un ablatore di Pannolenci a Torino dissi
sarebbe buona cosa se cercassimo di creare un’attività per le ragazze di Crotone

Egli fu d’accordo e allora ne parlai anche al vescovo tornare a Vicenza e condono Torino andare dal sacerdote responsabile di quell’opera anche gli accolse la proposta che consisteva nel creare un laboratorio a Crotone per lavorare come ragazza allo stesso prodotto
i sacerdoti ci invio le maestranze che erano alcune religiose della sua opera e qualche macchinario gratis il resto lo acquistiamo noi c’era una scuola nel l’episcopio al terzo piano ed era la scuola per Ragionieri fortunatamente in scadenza di convenzione il Vescovo ci mise a disposizione tutto il piano quei rumori sopra la testa del Vescovo noi cercavamo di evitare il più possibile ma non riuscivamo ad eliminarmi Eppure egli non si lamenta mai

Nel 1967 abbiamo inaugurato alla casa Canonica di San Francesco e nel 1968 la chiesa entrambe realizzate in fretta altrimenti sarebbero perdute la sovvenzione statale che consisteva in 20 milioni di lire per la casa è in 50 milioni per la chiesa anche qui interviene l’impegno una rosa della congregazione al fine di ampliare il progetto e acquistare i terreni indispensabili per le nostre iniziative apostoliche

Oltre a Sant’Antonio di cui c’era stata messa a disposizione la chiesa ea fondo Gesù dove si erano costruiti i predicati ora avevamo una sede più la San Francesco un’ampia casa per la comunità e gli uffici parrocchiali una grande chiesa e persino un nuovo asilo per i bambini tutto questo in soli 5 anni di presenza a Crotone

in fianco alla chiesa prendemmo poi un piccolo terreno per costruire la casa da mettere a disposizione delle religiose che li ricevi la bolletta

Ricordo con commozione le tante persone di collaboratore di collaboratrici con le quali abbiamo condiviso gioie e dolori fatiche e speranze se il dovere di non far torto a loro modeste mi impedisce di nominarli e soprattutto se il timore di non riconoscere pienamente email.it mi sconsiglia di elencarle in questo racconto che vuole soltanto esaltare il disegno della Provvidenza e poi doveroso affermare che esse furono una presenza tangibile di Dio che sostiene guida e comfort e ci vuole sempre tanta fede tanto amore per dedicarsi alle cose di Dio e del prossimo Maria andando alla situazione del tempo mi sia concesso dire che i collaboratori e collaboratrici e anche un coraggio straordinario
e così la comunità Cristiana di fondo Gesù Sant’Antonio San Francesco piantava radici andava crescendo e comincia a fiorire

fiorivano anche gli amici che poi sarebbero moltiplicate identificate secondo le indicazioni della congregazione collaboratrici e collaboratori erano veri amici affettuosamente legati alla nostra comunità e progressivamente a tratti del suo spirito della comunicazione e i suoi avvenimenti più notevole espansione missionaria in Italia e all’estero il primo capitolo generale il diaconato permanente molti avevano conosciuto personalmente da un otorino e riconosciuto la sua Santità Quando egli scomparve tragicamente un compianto sincero e profondo forse anche uno smarrimento ma Essi non si possono mai d’animo di Venere invece un rilevatore fondamentale dello stato di salute della comunità Cristiana e dei suoi progressi e per noi un punto di riferimento nei momenti difficili con i sacerdoti della diocesi Le nostre relazioni erano improntate a stima e collaborazione fraterna da prima essi credevano che noi fossimo chissà che cosa di speciale Invece poi hanno capito che la nostra fosse non religiosi assistenti con loro il servizio pastorale era più completo Il prete si metteva maggiormente a disposizione della gente e si ricava soprattutto Agli aspetti religiosi l’assistente si inseriva con creatività nei vari ambienti in particolare si interessava delle attività educative e formative assistenziale e caritativa
c’era Dunque l’integrazione fra pianeti assistenti fondata sulla comune missione religiosa pastorale un’integrazione che poi con l’ordinazione diaconale degli assistenti sarebbe divenuta addirittura unità nel sigillo sacramentale dell’ordine caratteristica della nostra congregazione

episodi di vita normale
in corteo di protesta

furono tali e tanti gli episodi che segnarono la storia dei nostri Nisi che oggi torna difficile fare una scelta durante l’ottava di Pasqua del 1964 abbiamo preso parte una manifestazione pubblica del rione fondo Gesù per i suoi enormi problemi strade in stato di abbandono impianti pubblici non ultimati servizi carenti dopo aver contattato il sindaco agli abitanti che chiedevano nostra posizione ho detto io vengo con voi vengo volentieri però non ci devono essere bandiere di anche un partito ci da si chiedeva ma siamo stati ricevuti con semplicità e il rispetto e siamo stati ascoltati iniziative di tal genere hanno avuto un grande significato per la crescita delle singole persone dell’intero Rione fondo Gesù e per incominciare a risolvere qualche problema

l’asilo in ebollizione

nel nostro asilo si era verificata una situazione insostenibile risultavano bambini in soprannumero rispetto a quelli che erano Annotati perché alcune famiglie mandavano i figli in momenti particolari come quello della mensa e non c’era verso di fare un po’ d’ordine perciò decidemmo di chiudere una settimana al fine di In chiaro le cose
per la gente fu una sfida non avrebbe mai pensato che fossimo tanto determinati e pure dovete convincere si aggiunga poi che nel lo sgretolarsi delle sue certezze subentra la paura che facessimo sul serio fino al punto di andarci così la confusione cessò e con un po’ di buonsenso rispettando le nostre condizioni tutti ritornati in ordine

guardie volontarie

quando da Vicenza arrivo su due camion il materiale dei prefabbricati dell’asilo e della casetta di fondo di su una meraviglia per noi il vescovo venne a vedere e poi aggiunse Don Marcello Mi spiace dirglielo di quanto avete portato qui non si salverà niente perché domanda hai sorpreso
Durante la notte ruberanno tutto ne parliamo tra noi religiose ci scappo da dire mamma mia sono così poveri e facemmo sapere pubblicamente.

se qualcuno ruberà questo materiale Vorrà dire che questo opera non si deve fare se verrà a mancare anche un solo chiodo significherà Che la provvidenza di Dio non vuole che restiamo qui Torneremo a Vicenza. la gente è rimasta impressionata e io non mi accorsi neppure che alcune organizziamo subito un servizio di custodia 24 ore su 24 con persone fidate.

Non è possibile continuare a rievocare i nostri inizi senza soffermarci a considerare la figura del Vescovo Monsignor Pietro Raimondi egli fu per noi Un vero padre cuore guida incoraggiamento gli dobbiamo dare conoscenza speciale ma conoscemmo app ma e e e ma delicato attento discreto e generoso nei nostri confronti Lo scoprimmo ben presto tale anche soprattutto con la sua gente che incontrava spesso e con semplicità per le vie cittadine noi lo vedevamo ogni sera lungo il porto a conversare con tutti e invitava anche a me ad accompagnarlo per conoscere e capire
e e non Se e così Nella sua protezione e nella qualità al insufficient ed

Carità pastorale con spirito missionario

la naturalmente le il carico il le a fondo contattare e ed allarga facciamo la catechesi anche per gli adulti catechesi popolari La Dove era il popolo c’è fuori dalla chiesa Allora è per i più volenterosi rivolgermi un corso di religione con schede molto valide che mi risulta alcuni conservano ancora
iIl frutto però è maturato non per le cose che abbiamo dette e fatte Ma per come noi della comunità religiosa eravamo inseriti e dedicati Ci siamo messi fra la gente in ascolto continuo qualche volta anche molto doloroso

Testimonianza

i gesti concreti come quelli raccontati furono molto come molti pullman che i segni del nostro stile di vita e di apostolato
Allora noi preti portavamo la veste talare qualche volta arrivavamo a fondo Gesù mi sedevo mi sbottona va Mi ponevo l’avesse sul manubrio della bicicletta e andavo in maniche di camicia non ho fatto niente di straordinario Ma la gente ha visto la semplicità mia e dei miei confratelli
ed eravamo tutti uniti compatti Questa è stata la testimonianza che ha inciso più profondamente di qualunque azione pastorale


poi la storia è continuata e continua ancora con i nostri limiti con i nostri errori ma sempre con la nostra dedizione con nostro amore e storia della nostra congregazione ma soprattutto la storia di disegni di Dio sulla porzione della città di Crotone che gli ha voluto affidare alle nostre Cure e che piano piano ha preso coscienza della sua Fede è maturata nella carità si è aperta nella speranza fino ad assumere la piena corresponsabilità nella vita cristiana personale e comunitaria
la vita religiosa è tutta una partenza se anche missionaria lo è completamente come abbiamo siamo avviati verso l’incognito obbedendo all’invito del Signore Esci dalla tua terra e va’ dove ti mostrerò e Crotone sulla nostra terra promessa Qui abbiamo ritrovato il Signore presente e vivo nella nostra azienda e lo abbiamo amato così

mentre tutti insieme Ringraziamo il Signore per averci fatto il dono di questi 40 anni io lo prego affinché voglia prolungare il tempo delle Grazie speciali che sono state proprio nel periodo della fondazione ora confermi con il suo spirito quest’età che possiamo considerare la Sia per i confetti religiosi sia per gli amici della comunità Cristiana costituita nell’amore di Dio è Chiamata ad essere come un responsabilmente della diffusione del regno in tutti i settori della sua vita ecclesiale e civile e sociale Avendo sempre la predilezione di Gesù verso i poveri I sofferenti
Don Marcello

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