Ferrara (Confindustria Calabria): «Ai giovani calabresi: siate protagonisti»
Il futuro dei giovani passa anche e soprattutto dalle opportunità. Ecco perché dovrebbe essere fondamentale, soprattutto in una regione come la Calabria, mettere in moto politiche adeguate capaci di o...

Il futuro dei giovani passa anche e soprattutto dalle opportunità. Ecco perché dovrebbe essere fondamentale, soprattutto in una regione come la Calabria, mettere in moto politiche adeguate capaci di offrire chance concrete ed evitare, così, un’emorragia di capitale umano che non fa bene alla nostra terra. Ne è convinto il presidente di Confindustria Calabria, Aldo Ferrara.
Sempre più giovani decidono di lasciare la nostra terra, secondo lei quali sono le azioni da intraprendere per evitare questa emigrazione e la cosiddetta “fuga dei cervelli”?
La ricetta è semplice: servono investimenti importanti, pubblici e privati, per creare occasioni e opportunità di sviluppo. La cosa che ci deve preoccupare è che i giovani che maggiormente emigrano sono quelli con il più alto tasso di scolarizzazione. Tenendo in considerazione il fatto che in futuro l’economia sarà sempre più basata sulla conoscenza, noi avremmo la necessità di avere competenze distintive, quindi è importante che i giovani restino in Calabria e che soprattutto rimangano i giovani più qualificati. Questo trend demografico, scarsa natalità e spopolamento giovanile, produce riduzione di consumi e inevitabilmente anche l’invecchiamento della popolazione. Così, come dice la letteratura economica, si crea un minore tasso di innovazione nella nostra regione.
Un disequilibrio tra domanda e offerta di lavoro…
Esatto, il mismatch. Le imprese cercano giovani preparati ma non li trovano perché emigrano. Ci sono misure che dovrebbero contenere questa “fuga”? Sì. Agenda Calabria, che partirà da qui a breve con i nuovi bandi, vuole dare una risposta concreta ai giovani. Nella programmazione c’è una misura che mette al centro i giovani e soprattutto la loro voglia di partecipare allo sviluppo della regione, non rimanendo semplici spettatore in attesa del posto di lavoro. C’è un fondo destinato proprio all’imprenditoria givoanile che permetterà ai ragazzi di costruirsi il futuro con le proprie mani.
Un’opportunità concreta dunque?
Certo, i giovani possono avere idee brillanti, possono avere la voglia di fare i professionisti, di innescare processi di lavoro autonomo, fare imprenditoria. Insomma, investimenti pubblici e investimenti privati che ripartono con Agenda Calabria, possono essere gli elementi per misurare, per fare una sorta di carotaggio rispetto alla volontà dei giovani di essere protagonisti del proprio futuro e del futuro della regione.
Cosa direbbe ai giovani calabresi oggi?
E’ evidente che ai giovani non si può impedire di guardare al proprio futuro professionale e familiare. Io dico sempre che i giovani sono attratti dalle “luci delle città”, credo però che i nostri giovani oltre ad attendere in modo passivo, possono creare opportunità e diventare protagonisti del riscatto della Calabria. Devono osare, essere ambiziosi e devono mettersi in gioco per essere intraprendenti e creare essi stessi possibilità anche per gli altri. Ai giovani dico anche: attenzionate i settori dello sviluppo digitale e l’economia circolare perché, insieme all’internazionalizzazione, sono quei settori di cui ha più bisogno il nostro sistema produttivo per aumentare il proprio tasso di competitività. Vorrei però sottolineare che il valore economico per eccellenza è la fiducia, che non è la speranza. Ecco perché bisogna costruire condizioni basate su elementi concreti. Laddove c’è una propensione all’investimento si creano le condizioni di fiducia che alla fine determina le decisioni di investimento, di consumo e io aggiungo anche le decisioni di restare o meno nella propria terra. Guardiamo con fiducia al futuro perchè ci sono tutte le potenzialità affinchè la nostra regione finalmente cambi stagione e inneschi una marcia. Ma per il cambiamento ci vogliono i giovani perché hanno energia, prospettiva di futuro, voglia di crescere, di affermarsi professionalmente e di farsi una famiglia. Senza di loro non si va da nessuna parte, sono il pilastro di tutte le politiche economiche che una regione può mettere in campo, noi però dobbiamo dare loro le occasione che al momento non ci sono.
V. R.