Lavoro - Uil: "Salute e sicurezza devono diventare patrimonio comune"

Lavoro – Un incontro per definire criteri e azioni adeguati a garantire lavoro regolare e sicuro: si è svolto presso la sede della Camera di Commercio di Crotone, ieri pomeriggio, un incontro o una ve...

A cura di Redazione
14 giugno 2024 16:00
Lavoro - Uil: "Salute e sicurezza devono diventare patrimonio comune" -
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Lavoro – Un incontro per definire criteri e azioni adeguati a garantire lavoro regolare e sicuro: si è svolto presso la sede della Camera di Commercio di Crotone, ieri pomeriggio, un incontro o una vera propria “battaglia” della Uil per promuovere la cultura della sicurezza sul lavoro, per diminuire gli incidenti e le morti.

Alla presenza del segretario UIl Crotone Fabio Tomaino, di Guglielmo Loy, presidente del consiglio di vigilanza Inail, di Maria Elena Senese segretario regionale della Uil,  si è discusso dell’ampia e articolata strategia che deve essere comune a tutti i soggetti sociali interessati, affinchè la salute e la sicurezza sul lavoro si possano affermare in tutti gli ambiti di lavoro, e possa diventare un patrimonio condiviso.

Lo scorso anno, l’Italia ha visto mille morti sul lavoro e mille e cinquecento infortuni: “L’Inail ci certifica come una delle maggiori regioni, in questo quadrimestre, con infortuni sul lavoro – ha dichiarato Fabio Tomaino, segretario della Uil Crotone – per questa ragione oggi abbiamo messo insieme tutti gli organi paritetici di vigilanza, di controllo e di formazione per cercare di avere una strategia comune per diffondere la cultura della prevenzione sui luoghi di lavoro”. La battaglia portata avanti dalla Uil, da anni, non è ridurre i morti sul lavoro ma azzerarli completamente: “Ci troviamo con solamente 3000 ispettori su due milioni di aziende, servono più ispettori sul luogo di lavoro, quindi sono necessarie più ispezioni e una procura speciale per l’istituzione dell’omicidio sul lavoro. Quando i dispositivi di sicurezza vengono manomessi, non si tratta di un incidente ma di un omicidio”.

Per realizzare gli obiettivi condivisi di azzerare le morti sul lavoro, bisogna istituire un “Osservatorio permanente sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro” che realizzi una conoscenza condivisa tra tutti i soggetti coinvolti. “Partiamo dalla legalità per unirla alla sicurezza – ha aggiunto Maria Elena Senese, segretario regionale della Uil – proprio ieri alla scuola di alta formazione antimafia insieme a Federica Angeli, abbiamo posto l’attenzione su un tema che sembra essere scomparso anche dal tessuto nazionale. Quindi richiamiamo l’attenzione su un tema fondamentale che si unisce perfettamente con la sicurezza nei luoghi di lavoro“.

Riguardo alla sicurezza, rimarca la Senese, ci vogliono proposte concrete e non approcci filosofici: “Abbiamo avanzato proposte precise e chiediamo non solo il potenziamento dell’ispettorato del lavoro, ma anche l’assegnazione di ispettori specifici per i settori più colpiti dagli infortuni, come l’edilizia e l’agricoltura. E’ importante potenziare le risorse delle ASL, poiché quando si parla di ispezioni non si può limitarsi all’ispettorato del lavoro, ma anche ad altri enti come Asp, Inail, Inps, i quali hanno compiti specifici”.

La prevenzione degli infortuni sul lavoro rientra in diverse responsabilità: “Crotone è una realtà complicata e complessa – ha concluso Guglielmo Loy, presidente del consiglio di vigilanza Inail – bisogna ricordare che ci sono oltre 8000 luoghi in cui si lavora. Noi dobbiamo cercare di arrivare in quei 8 mila luoghi, perchè è la che i datori di lavoro collaborano per la crescita dell’azienda. Questo deve avvenire con un sistema di sicurezza adeguato, adattato a ogni realtà produttiva, agricoltura, industria, servizi, tutti sono settori a rischio e quindi la prevenzione deve essere tarata su quel luogo di lavoro. La giornata di oggi sottolinea l’importanza di denunciare le cose che non vanno e proporre strumenti che permettano alle persone di sentirsi più serene quando vanno a lavorare e di avere assistenza nel caso di incidenti o infortuni”.

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