Lo sapevi? Al Museo una traccia della presenza degli ebrei a Crotone

Crotone – Ieri è stata la Giornata della Memoria: la data del 27 gennaio ricorda la liberazione di Aushwitz da parte delle truppe sovietiche. Quel giorno il mondo scoprì l’orrore della Shoah.Vi abbiam...

A cura di Redazione
28 gennaio 2024 13:03
Lo sapevi? Al Museo una traccia della presenza degli ebrei a Crotone -
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Crotone – Ieri è stata la Giornata della Memoria: la data del 27 gennaio ricorda la liberazione di Aushwitz da parte delle truppe sovietiche. Quel giorno il mondo scoprì l’orrore della Shoah.

Vi abbiamo fatto vedere tramite un video i luoghi della Giudecca a Crotone, nel cuore del centro storico (clicca qui). Presso il Museo di Crotone di via Risorgimento, due anni fa è stata esposta una stele funeraria ebraica risalente al XV secolo, e trovata nel 1954 a Strongoli, in provincia di Crotone. Il manufatto in buono stato di conservazione, misura circa 50×40 cm.

Decisiva per la sua riesumazione è stata Antonella Cucciniello direttrice regionale dei musei calabresi, del segretario regionale del MBCT Salvatore Patania e la collaborazione di Gregorio Aversa direttore del Museo Archeologico di Crotone.

Nel reperto si legge: questa stele è del maestro medico Giuda figlio compassionevole e sia l’eden il suo riposo, morto nell’anno 5201” del calendario ebraico (1440 – 41).

A scrivere è lo stesso Rolando Belvedere: A Strongoli, così come negli altri paesi del Marchesato crotonese, Cutro, Belcastro, Cirò, Santa Severina, Mesoraca, Cariati, Petilia Policastro, Isola Capo Rizzuto, vi erano gruppi di famiglie ebraiche spesso imparentate con quelle della numerosa e ricca comunità di Crotone.

La Giudecca con la sinagoga ora scomparsa era il quartiere o la strada dove gli ebrei abitavano: si trovava fuori le mura vicino alla cattedrale in un’area oggi compresa tra Via Suriano e Via della Pescheria, in prossimità della chiesa di Santa Maria dei Prothospartariis.

Gli ebrei crotonesi esercitavano solo le attività commerciali loro autorizzate, oltre alle attività artigianali praticate durante la costruzione del castello Carlo V e nell’esercizio dell’arte medica per cui erano famosi.

Dopo l’espulsione dal regno di Napoli nel XV secolo, quelli che non potevano trasferirsi altrove erano costretti a convertirsi e non mancavano quelli che lo fecero solo in apparenza.

Certo, alcune famiglie nonostante tutto rimasero a vivere in città e i documenti dell’Archivio storico comunale attestano la presenza ebraica almeno sino al 1730.

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