#MaiPiùUltimi - Luca Mancuso (FenImprese): «Basta essere ancorati al passato»

L’ospite di questa settimana del nostro approfondimento lo abbiamo inseguito da tempo, sempre impegnato e spesso fuori Crotone per lavoro, “acchiappare” Luca Mancuso non è stato per nul...

A cura di Redazione
20 settembre 2024 19:31
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L’ospite di questa settimana del nostro approfondimento #MaiPiùUltimi, lo abbiamo inseguito da tempo, sempre impegnato e spesso fuori Crotone per lavoro, “acchiappare” Luca Mancuso non è stato per nulla facile.
Giovane imprenditore, uomo dinamico, protagonista del panorama cittadino: Luca è una vecchia conoscenza della nostra redazione, perchè grazie alla sua attività associativa con Fenimprese è più volte salito sul palco di Un Anno di CrotoneOk, l’ultima volta l’anno scorso premiato come il MessaggioOk 2022.

«Una serata bellissima, – esordisce Mancuso – una kermesse importante per la città, volta a dare un messaggio di speranza in un territorio come il nostro che ha bisogno di gente come voi che vogliono di fare e promulgare speranza nel futuro».
Con Luca si possono affrontare decine di argomenti, ma partiamo proprio da Un anno di CrotoneOk e dal nostro approfondimento.

Se ti dico Crotone mai più ultima, tu che mi rispondi?
Lo spero… è la mia città dove sono nato e cresciuto. Spero che questa città possa avere un futuro più roseo, cercando, anche con l’iniziativa imprenditoriale, portata avanti con Andrea Esposito, di dare il nostro contributo a questo nostro territorio.

Tu sei nel mondo associativo dal 2007, semplice associato, poi l’esperienza in consiglio direttivo, in giunta esecutiva, Presidente Provinciale, Dirigente Regionale ora Presidente Nazionale di Fenimprese, quanto è stata importante la gavetta?
La gavetta è fondamentale quanto gli studi per arrivare agli obiettivi che ognuno si pone. Ed è un peccato che i giovani non la pratichino più. Per quanto mi riguarda sarà sempre un ricordo utile nei miei pensieri perchè mi aiuta a fare i passi giusti per arrivare in alto.

Puoi dare un consiglio a chi oggi si affaccia al mondo dell’impresa?
Bisogna cercare di realizzare i propri progetti. Spesso i giovani hanno paura di avviare una propria attività o molte volte l’avviano per sopperire alla mancanza di lavoro. Avviare una propria attività e quindi realizzare un proprio sogno è bellissimo. Ci sono tante difficoltà soprattutto a Crotone, forse qui anche di più. Ma io dico: ragazzi non mollate, cercate di fare ciò in cui credete, perchè si può fare qualcosa di interessante anche da Crotone.
Ai giovani imprenditori cosa puoi dire?
Buttatevi, fate, non abbiate paura del futuro. Fate oggi, guardate all’oggi senza mai accontentarsi.

Quanto oggi è difficile fare impresa a Crotone?
Molto più difficile che da altre parti. Basta vedere già gli spostamenti per creare collegamenti commerciali con altre realtà, aziende o persone di altre città d’Italia. Già da questo si comprende che qui tutto è più difficile. Poi ci sono le banche che sono in difficoltà. Il sistema del credito, ci sono difficoltà nel far capire a chi può finanziare un progetto imprenditoriale la validità di un’idea. Tantissime difficoltà ed una mentalità bloccata da un retaggio atavico dove in molti ancora credono e sperano nel posto fisso. Il mercato è cambiato, chiede molta più flessibilità e noi dobbiamo avere la capacità di adeguarci ai tempi e alle dinamiche.

Come vedi la situazione del mondo imprenditoriale a Crotone e in Calabria?
A Crotone c’è il giusto fermento, sia tra i giovani che tra quelle attività presenti da tempo ma che vogliono migliorarsi o cercare di affrontare i mercati internazionali, perchè l’unica via di sviluppo per le imprese è quella di aggredire altri mercati, visto che l’economia locale è abbastanza ferma.
Bisogna cercare di inventarsi qualcosa di diverso, guardando all’impresa in modo diverso rispetto al passato. Il dogma principale deve essere quello di “essere diversi” proporre cose nuove e visto che la sfida con i competitors è molto dura e. quindi bisogna essere totalmente differenti nel modo di fare e di pensare.

Di cosa ha bisogno questo territorio per rilanciarsi?
Io credo che ci siano dei punti focali su cui concentrarci. Il primo è sicuramente il nodo infrastrutture perchè abbiamo bisogno di collegamenti veloci con il mondo.
Bisogna incentivare lo sviluppo delle energie green, perchè il nostro è un territorio che si presta molto a questa attività. Bisogna creare una cultura imprenditoriale che manca perchè ancora ci portiamo dietro le idee tramandate dalle fabbriche, una mentalità troppo chiusa per aprirsi in modo definitiva dal punto di vista economico.
C’è una specie di “non ribellione” perchè si vive in un lop da troppi anni, e come ripeto sempre è questione di mentalità. Noi abbiamo cercato di fare qualcosa di diverso: tutte le aziende che abbiamo creato hanno degli elementi di innovazione totalmente differenti da tutti quei retaggi avuti in questi anni, anche rispetto il mondo imprenditoriale stesso che vive una storia infinita che appaertiene al passato.
Noi viviamo nel passato, siamo ancora convinti di essere la capitale della Magna Graecia, una storia che è stata ma che rimane là. La storia è finita ora dobbiamo pensare solo a costruire il futuro, anche per essere degni di cotanta storia che abbiamo alle spalle.

Tu sei da sempre vicino alla vita politica cittadina anche se non la vivi attivamente. Che ne pensi del momento che sta vivendo Crotone senza alcun rappresentante ne in Parlamento ne in Consiglio regionale?
Questo è un problema serio. Perchè nessuno perorerà le reali esigenze del territorio. Abbiamo bisogno effettivamente di un cambio anche da questo punto di vista, perchè non possiamo non avere rappresentanti nei tavoli che contano. Impossibile invertire la rotta se non abbiamo nessuno che ai tavoli sbatta i pugni per dire che Crotone ha bisogno di questo e di quello. Io penso che la città meriti più rispetto. Credo che ci sia stato un disegno regionale che puntava a rendere la città sempre più piccola. Un enorme potenziale messo da parte in favore di altre città.

Il sogno di Luca Mancuso per Crotone?
Un sogno comune: quello di vedere una città ricca e felice, rilanciata, che possa tornare ai fasti del recente passato, quello delle fabbriche, quando eravamo la Milano del Sud, una città che aveva un peso eocnomico e culturale importante.

Antonio Gaetano

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