Maria Teresa Crugliano (Romolo Hospital): «Serve rinnovare il sistema sanitario»

Da oltre trent’anni la Casa di cura Romolo Hospital rappresenta un’eccellenza nell’urologia in Calabria e un punto di riferimento per la sanità italiana e soprattutto del sud Italia. Anche qui si racc...

A cura di Redazione
12 febbraio 2024 16:30
Maria Teresa Crugliano (Romolo Hospital): «Serve rinnovare il sistema sanitario» -
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Da oltre trent’anni la Casa di cura Romolo Hospital rappresenta un’eccellenza nell’urologia in Calabria e un punto di riferimento per la sanità italiana e soprattutto del sud Italia. Anche qui si raccontano storie di “migrazione al contrario”. Ne abbiamo parlato con l’amministratore unico della Romolo Hospital Maria Teresa Crugliano.

Ancora una volta i dati Gimbe fotografano un sud che sempre più spesso decide di curarsi nelle regioni del nord. Secondo lei quale potrebbe essere una strategia per un’inversione di rotta?

I viaggi della salute sono un fenomeno in costante crescita, nella stragrande maggioranza da Sud a Nord Italia. I malati calabresi hanno l’indice più alto di migrazione (passiva) in altre regioni e le patologie oncologiche rappresentano la causa principale che spinge i pazienti a curarsi in Regioni differenti da quella di residenza. Le cure ricercate sono principalmente quelle ad alta complessità, e dunque più costose in termini di rimborso per le Regioni di provenienza. A rendere una vera e propria emergenza sociale il fenomeno della mobilità passiva sono però i dati sulla valutazione dell’impatto economico complessivo della mobilità sanitaria (non esplorati dal rapporto della Fondazione Gimbe). Pensiamo in particolare al numero di pazienti e familiari coinvolti dal fenomeno della mobilità sanitaria, ai costi sostenuti per gli spostamenti, oltre che ai costi indiretti, quali assenze dal lavoro di familiari e permessi non retribuiti. Sul piano strategico, se il nostro Paese si propone un radicale rinnovamento del SSN ha necessità di promuovere una vera riforma nella quale la componente pubblica e la componente privata lavorino in sinergia, garantendo una sanità moderna e attenta alle persone. Tra le principali azioni che potrebbero essere messe in atto il superamento di metodi di finanziamento ormai sorpassati, a iniziare da una adeguata revisione dell’attuale sistema tariffario, riportandolo a precisi riferimenti economici uguali per tutte le componenti del SSN, programmi di prevenzione delle malattie cronico-degenerative e neoplastiche, l’introduzione di criteri premiali legati alle performance cliniche, percorsi virtuosi di riduzione della mobilità passiva non fisiologica e delle liste di attesa, azioni di trasferimento di know how per omogeneizzare i servizi in tutto il territorio e ridurre i gap in termini di outcomes.

La Romolo è un’eccellenza del mezzogiorno, può fornirci qualche dato sull’emigrazione “al contrario”? Quanti pazienti di altre province e di altre regioni arrivano nella sua clinica?

La Romolo Hospital, ormai da circa un trentennio, è punto di riferimento di eccellenza – non solo per la Calabria – per le patologie dell’apparato urologico e per la riabilitazione, ed alla stessa afferiscono pazienti provenienti da tutto il Mezzogiorno d’Italia e non solo. I risultati raggiunti sono ben noti alla Regione Calabria con le 3153 prestazioni annue (2023) su pazienti anche inviati da Ospedali pubblici, ad evitare la “migrazione” in altri territori. Trattasi di un risultato raggiunto grazie ad una serie di componenti di valore tra le quali gli investimenti in capitale umano, in innovazione tecnologica e in ricerca scientifica.

La Romolo Hospital è entrata a far parte della rete oncologica, di cosa si tratta esattamente? Secondo la normativa di riferimento, “il modello organizzativo della Rete Oncologica assicura la presa in carico del paziente mettendo in relazione, con modalità coordinate, professionisti, strutture e servizi che erogano interventi sanitari e sociosanitari di tipologia e livelli diversi nel rispetto della continuità assistenziale e dell’appropriatezza clinica e organizzativa”. La rete individua i nodi e le relative connessioni definendone le regole di funzionamento, il sistema di monitoraggio, i requisiti di qualità e sicurezza dei processi e dei percorsi di cura, di qualificazione dei professionisti e le modalità di coinvolgimento dei cittadini”. Si tratta di un modello organizzativo che preveda l’approccio multidisciplinare con l’integrazione delle differenti specialità in un team dedicato alla gestione clinica dei pazienti in grado di che assicuri l’equità di accesso alle cure e la precoce presa in carico con la condivisione dei percorsi di cura. In relazione alla “Rete Oncologica Calabrese”, la Casa di Cura Romolo Hospital è stata inserita in ragione dell’attività svolta a partire dall’anno 2013, dove annualmente risulta essere il primo nodo regionale nel trattamento del tumore alla prostata, nonché secondo nodo regionale in ordine al trattamento del tumore alla vescica e secondo nodo regionale in ordine al trattamento del tumore al rene.

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