Naufragio di migranti, Monsignor Savino a Crotone: "Il Decreto Cutro è un'offesa"

 94 candele accese a rischiare il buio della notte del 26 febbraio scorso dove, sulla spiaggia di Steccato di Cutro, almeno un centinaio di persone ha voluto ricordate la tragedia di un anno fa, il na...

A cura di Redazione
29 febbraio 2024 19:00
Naufragio di migranti, Monsignor Savino a Crotone: "Il Decreto Cutro è un'offesa" - Monsignor Francesco Savino
Monsignor Francesco Savino
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 94 candele accese a rischiare il buio della notte del 26 febbraio scorso dove, sulla spiaggia di Steccato di Cutro, almeno un centinaio di persone ha voluto ricordate la tragedia di un anno fa, il naufragio del caicco Summer Love che provocò la morte di 94 persone, 35 delle quali minori.

    Un’iniziativa voluta dalla rete 26 Febbraio – che riunisce circa 400 associazioni – celebrata alle 4, l’orario in cui avvenne lo scontro del caicco contro una secca ad un centinaio di metri dalla riva.

Oggi, 29 febbraio, in occasione del Report sul diritto d’asilo 2023, a cura della Dottoressa Maria Cristina Molfetta presentato presso la Chiesa di Santa Rita, abbiamo ascoltato il vice presidente della Cei, Monsignor Francesco Savino, Vescovo di Cassano allo Ionio.

Dal giorno del naufragio a mio parere è rimasto il Decreto Cutro, che ancora una volta è un’offesa a tutto ciò che è accaduto a Steccato, dove è morta la politica, la ragione, la cultura, la coscienza – ha dichiarato Monsignor Savinonoi con quel Decreto abbiamo toccato il fondo”.

Il 27 febbraio 2023, il giorno dopo il naufragio, molte persone si sono recate al PalaMilone dove venivano adagiate le bare contenenti i corpi delle persone morte sulla spiaggia di Steccato. Arrivò anche Savino in quell’occasione e, dopo esser uscito dal palazzetto, pregò insieme ad un gruppo di musulmani che vivono da anni a Crotone.

Quel giorno al PalaMilone mi sono chiesto se quelle persone potessero essere salvate. Ancora oggi ritengo di sì, poi la magistratura evidentemente farà il suo percorso, e mi auguro quanto prima di capire le conclusioni di quel percorso, ma lì davanti quelle bare ho sentito l’ustione della coscienza. La mia coscienza si è sentita graffiata, violentata. Mi aspettavo da quell’evento così tragico un Decreto che potesse rimettere al centro la persona dell’immigrato. Invece non hanno fatto altro che aggravare la situazione, e per me quel Decreto è ancora una volta un fallimento della politica”.

Dalla Fini-Bossi al Decreto Cutro, ha asserito il presule, “non si è messo al centro l’immigrato ma è stato visto come un’emergenza, un’invasione, invece che vederlo come risorsa“.

Danilo Ruberto

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