Paolo Cerrelli racconta papà Goffredo, dalle prima panchine in acqua fino alla gloria della Rari Nantes

Crotone – “Mio padre ha rappresentato prima della guerra, e anche nel secondo dopo guerra, il nuoto, e anche altri sport”: a parlarci è Paolo, figlio di Goffredo Cerrelli, non solo lo storico libraio...

A cura di Redazione
25 ottobre 2023 17:00
Paolo Cerrelli racconta papà Goffredo, dalle prima panchine in acqua fino alla gloria della Rari Nantes - A destra, in piedi e con i baffi, Goffredo Cerrelli
A destra, in piedi e con i baffi, Goffredo Cerrelli
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Crotone – “Mio padre ha rappresentato prima della guerra, e anche nel secondo dopo guerra, il nuoto, e anche altri sport: a parlarci è Paolo, figlio di Goffredo Cerrelli, non solo lo storico libraio ma anche uno dei nomi più importanti di questa storia chiamata Piscina Coni.

Siamo nella Crotone degli anni ‘50, in una città diversa e che aspettava l’espansione. Il lungomare era più corto, ma quella Piscina era un ritrovo di socialità, e non solo di sport. E Paolo continua a raccontarci ancora questa novella: “Papà si è interessato anche di atletica leggera e di calcio, oltre che di nuoto. E’ stato direttore tecnico anche del Crotone Calcio, ad esempio”. Grazie a Goffredo, dunque, la vita sportiva in città si dipanava tra una bracciata a mare, un pallone in acqua oppure in un campo rettangolare da calcio.

E in quel freddo gennaio del 1946, su quel camion a Castrovillari, dove perse la vita Ezio Scida, c’era pure lui. Parlare con Paolo Cerrelli di suo padre è stato emozionante, non perchè ci abbia raccontato le gesta paterne, ma perchè in quella storia nasce una generazione di nuotatori in città, e di pallanuotisti. Ci racconta così: “Mio padre e gli altri nuotavano a mare e costruivano loro stessi le panchine. Il campo di nuoto e pallanuoto praticamente era il mare. Mio padre oggi, rispetto alla nuova Piscina su Molo Sanità, sarebbe felice e contento, anche perchè quella struttura, tra il 1957 e 1958, aveva avuto un definanziamento. Crotone in pratica era stata scartata, e papà si mise su di un treno, con zio Dante Oppido e altri, e si recarono a Roma a protestare in maniera vibrata, anche perchè la Rar Nantes Crotone, pur giocando in una piscina senza copertura, vinceva diversi campionati. E poi camminava sulla battigia, vedeva qualche ragazzo e lo portava in piscina, e così nascevano gli atleti”.

E in quei campionati c’era anche lui, Paolo. “Il nuoto a casa mia era pane quotidiano, mio padre forse voleva di più – sorride – mi sono accontentato di essere approdato in Serie B, quando si giocava in undici. Abbiamo vinto una serie di titoli regionali, i giochi della gioventù a roma, i campionati studenteschi a Crotone, i campionati italiani tantisime volte, ed entravamo in acqua quando il tempo ce lo consentiva. Uscivamo dagli spogliatoi vestiti come in Sila, poi entravamo in una vasca bollente”, ride.

La Rari Nantes è stata per ben quattro volta di fila campione italiana per quanto riguarda le piscina non coperte. “Io sono felicissimo che si riprenda questa situazione storica per Crotone – conclude prima di salutarci – Avevo sette o otto anni, mi ricordo che c’erano tre file di tribune, quelle laterali, e per l’entrata e uscita. Approdando per la prima volta in Serie B, fece fare tribune suppletive sul solarium, e poi si tenne uno dei piu bei spettacoli musicali che io abbia mai visto. Oggi, dunque, potrebbe diventare un polo attrattivo per fare della musica e degli eventi. Il mio più grande sogno? Ritrovare il vecchio filmato Rai con Michele D’Oppido campione italiano nei 200 metri. Fu accompagnato da mio padre, il quale non credeva ai suoi occhi” .

 

 

 

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