Primo Maggio: riflessioni sul lavoro dei giovani al Museo di Pitagora "proiettati verso il futuro"
Crotone – Giovani e lavoro al Museo e Giardini di Pitagora: ieri mattina un momento di confronto sul Primo Maggio organizzato dal Consorzio Jobel e dall’Associazione Le cento Città/Fabbrica con una...

Crotone – Giovani e lavoro al Museo e Giardini di Pitagora: ieri mattina un momento di confronto sul Primo Maggio organizzato dal Consorzio Jobel e dall’Associazione Le cento Città/Fabbrica con una manifestazione autofinanziata.
Giunta al suo decimo anniversario, “la Festa del Lavoro di Parco Pitagora”, è un punto di riferimento per attivisti e cittadinanza che condividono la profonda convinzione che è possibile fare comunità, realizzando cambiamento per contrastare diseguaglianze e tutelare i diritti delle persone, che vivono in condizioni di vulnerabilità, siano esse lavoratori, giovani, immigrati. “Al Museo di Pitagora vi è un modello innovativo – ci ha detto Santo Vazzano del Consorzio Jobel che gestisce Museo e Giardini di Pitagora – c’è stato questo grosso investimento sulla cultura utilizzando e coinvolgendo soprattutto i soggetti svantaggiati se vogliamo. Al Museo di Pitagora inclusione sociale e cultura possono fare la differenza anche qui da noi a Crotone e in Calabria” sento
“I giovani hanno bisogno di essere accolti, ascoltati, incontrati – ha aggiunto don Tommaso Mazzei direttore regionale della pastorale familiare – e penso che sono stanchi di che si parli di loro. Invece in quei giorni hanno bisogno di risposte concrete, serie, sagge, proiettate verso il futuro”. L’incontro è stato moderatore dal professor Francesco Samà dell’Università della Calabria.
“Senza i giovani il mondo non si salva – ha concluso don Giacomo Panizza – e nel mondo del lavoro i giovani chiedono quanto sia la busta paga per realizzarsi. Dunque, il lavoro va riempito di significati, certo c’è anche il lavoro del sudore della fronte, c’è anche il lavoro attraverso i muscoli, però questo è diventato il 20 massimo il 30% del lavoro che ci vuole”. La prospettiva, dunque, nel mondo tecnologico, “è non solo dare lavoro ma inventare il lavoro di oggi e di domani”.
