Rosalba Cusato (Cooperativa Edi): «Ripensare la nostra società, mettendo bambini e adolescenti al centro»

[media id="4252"]Ad oggi la speranza di vita in buona salute è in media di 61 anni, ma i bambini nati in provincia di Bolzano vedranno questa soglia alzarsi a 66,6 anni, mentre per quelli nati in Cala...

A cura di Redazione
27 novembre 2022 15:00
Rosalba Cusato (Cooperativa Edi): «Ripensare la nostra società, mettendo bambini e adolescenti al centro» -
Condividi

Ad oggi la speranza di vita in buona salute è in media di 61 anni, ma i bambini nati in provincia di Bolzano vedranno questa soglia alzarsi a 66,6 anni, mentre per quelli nati in Calabria, questo traguardo si ferma a 55 anni. È un dato sconcertante quello che emerge dalla nuova edizione dell’Atlante dell’infanzia pubblicato da Save the Children. Un report che ancora una volta fotografa l’Italia delle disuguaglianze.

L’Atlante analizza i molteplici aspetti. Dalla salute all’istruzione passando per la questione sociale. Dai dati emerge che l’81,9% dei bambini vive in zone inquinate dalle polveri sottili, che più di un bambino su tre nella fascia 3­10 anni è in sovrappeso o obeso e uno su quattro non pratica sport, che la povertà alimentare colpisce un bambino su venti ma la mensa scolastica non è ancora un servizio essenziale gratuito per tutti i bambini tra 3 e 10 anni.

Mancano i pediatri e alcune malattie, anche gravissime, che potrebbero essere diagnosticate precocemente, sono ancora escluse dallo screening neonatale, mentre i ricoveri per patologia neuropsichiatrica infantile sono cresciuti del 39,5% tra il 2019 e il 2021.

Peccato che, ad esempio proprio in Calabria, manca il reparto di Neuropsichiatria infantile. In generale, da nord a sud è crollato il numero dei consultori familiari, scarseggiano centri diurni e servizi residenziali per gli adolescenti con disagio mentale.

E se l’indagine di Save The Children non dovesse bastare, ci pensa chi lavora quotidianamente sul territorio a raccontare la situazione in cui vivono i nostri bambini. Come Rosalba Cusato, formatrice e Focal point partecipazione nei progetti Save The Children per la cooperativa EDI – Educazione ai Diritti dell’Infanzia dell’Adolescenza. «Le ragioni del divario tra nord e sud – spiega – sono da ricercare nelle condizioni socioeconomiche del contesto in cui si nasce, si vive, si cresce. I cosiddetti determinanti sociali della salute sono tutti fattori non medici che influenzano lo stato di salute: le condizioni nelle quali le persone sono nate, vivono, lavorano, crescono e invecchiano, il genere, l’istruzione, le politiche sociali, l’accesso ai servizi sanitari».

E proprio sulla salute, nel senso più ampio del termine che va oltre lo stato “fisico”, l’indagine presenta dati preoccupanti: «Nonostante l’Italia possa vantare uno dei servizi sanitari migliori al mondo – continua Rosalba -, i servizi disponibili risentono di una forte differenza tra regione e regione.

Dal report emerge che se un bambino che vive nel Mezzogiorno si ammala, il rischio di dover migrare in altre regioni per curarsi è più elevato del 70% rispetto a quello di un bambino che vive nel Centro o nel Nord Italia». Se la sanità traballa l’istruzione quasi affonda.

«Molteplici studi – precisa la Cusato – dimostrano che l’educazione nella prima infanzia influenza notevolmente quella che sarà la vita da adulti. Sulla base di queste ricerche c’è da interrogarsi su quanto la nostra città investe nel futuro dei più piccoli. E’ necessario che servizi essenziali come gli asili nido, la mensa scolastica, lo sport aperto a tutti, diventino prioritari ed accessibili.

E questa mancanza di servizi genera problemi di salute, come ad esempio disturbi alimentari, obesità e stress. Dobbiamo iniziare a ripensare la nostra società, mettendo i bambini e gli adolescenti al centro. I bambini di oggi saranno gli adulti di domani, e per essere il futuro è necessario che siano interesse primario nel presente.

Nella nostra città manca uno spazio aggregativo ed educativo gratuito e accessibile a tutti i bambini e i ragazzi. Un posto dove non spegnere la motivazione al cambiamento ma alimentarla con azioni concrete. Uno o più luoghi dove i diritti non vengano negati e si faccia delle differenze un punto di forza per la crescita di tutti. Immaginare un futuro diverso partendo dal presente, al contrario questo divario crescerà sempre più».
V. R.

Le migliori notizie, ogni giorno, via e-mail

Segui CrotoneOk