Sicurezza sul lavoro, Antonio Zito (Anmil Crotone): «Problema tutt'altro che risolto»
Belvedere di Spinello – Lo scorso 28 aprile in tutta Italia è stata celebrata la Giornata della sicurezza sui luoghi di lavoro. Sono stati divulgati dati sconcertanti che spingono a una riflessione se...

Belvedere di Spinello – Lo scorso 28 aprile in tutta Italia è stata celebrata la Giornata della sicurezza sui luoghi di lavoro. Sono stati divulgati dati sconcertanti che spingono a una riflessione seria su quello che dovrebbe essere fatto per la prevenzione. Non bastano leggi, evidentemente, non bastano controlli, serve dunque una vera e propria cultura della sicurezza che cammina di pari passo con il diritto al lavoro.
Ecco perché anziché promuovere la consueta iniziativa nella Giornata del 28 aprile, l’Anmil di Crotone ha preso parte al convegno svolto il Primo Maggio a Belvedere Spinello promosso da Belvedere Antico Borgo APS, insieme ad altri importanti relatori. Il presidente dell’associazione territoriale, Antonio Zito, ha rimarcato che “L’attuale contesto lavorativo e la forte impennata di incidenti e morti sul lavoro, che hanno purtroppo coinvolto anche giovani studenti nei percorsi di alternanza scuola-lavoro, richiedono un deciso intervento sul fronte della formazione e dell’informazione”. Secondo l’Inail nel 2021, sono stati denunciati oltre 560.000 incidenti sul lavoro, di cui 1.361 mortali.
Un numero impressionante, che ha proseguito a crescere anche nel 2022, con un aumento delle denunce di quasi il 30% rispetto all’anno precedente. I primi mesi del 2023 purtroppo non sono stati da meno: tra gennaio e febbraio di quest’anno sono stati denunciati oltre 86.000 infortuni, di cui 100 mortali. Nella nostra provincia in due mesi sono già state registrate 98 denunce di infortunio. “Cifre – ha sottolineato Zito – che non possiamo ignorare nella loro pesantezza e gravità. Come Presidente dell’ANMIL di Crotone, guardo ai dati sul fenomeno infortunistico con crescente preoccupazione e per questo ritengo, innanzitutto, che si debba tornare a parlare con serietà anche della tutela delle vittime e delle loro famiglie, che spesso sembra essere poco considerata. Dietro i freddi dati su infortuni e malattie professionali ci sono infatti le storie personali di donne e uomini che, in un giorno di lavoro come tanti, hanno visto la loro vita cambiare per sempre e alle quali dovrebbe essere garantita la migliore tutela sia dal punto di vista delle prestazioni economiche, che da quella delle prestazioni sanitarie, fino al reinserimento nella vita sociale e nel mondo del lavoro”.
Cosa fare dunque? Riformare la normativa sembrerebbe per tutti il punto da cui partire per raggiungere obiettivi importanti e abbattere le tragiche morti e gli infortuni. Secondo gli esperti, il testo che regolamenta il settore non si adegua ormai più a un mercato del lavoro ben diverso dagli ultimi anni. “Sicuramente ha concluso Zito durante il suo intervento alla tavola rotonda – molto è stato fatto, ma i numeri parlano di un problema tutt’altro che risolto, che ha probabilmente radici troppo profonde nella nostra cultura per essere sconfitto solo a colpi di norme e regolamenti.
Sullo sfondo, una costante mancanza di informazione e formazione, frutto di una visione puramente burocratica della sicurezza”. In occasione della giornta del 28 aprile non è mancato il messaggio del ministro della Salute Orazio Schillaci che ha detto: «Promuovere la cultura della prevenzione nei luoghi di lavoro è una priorità per la tutela della salute. La salute e la sicurezza sono diritti fondamentali e continuiamo ad impegnarci affinché siano garantiti in ogni ambito lavorativo». Ha poi ricordato che è stato riattivato di recente il Comitato per l’indirizzo e la valutazione delle politiche attive per il coordinamento nazionale delle attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro previsto dal Testo Unico sulla salute e la sicurezza sul lavoro a cui partecipano tutti gli attori istituzionali. Il comitato sta lavorando su tre temi: la sorveglianza sanitaria, i fabbisogni delle strutture di prevenzione e vigilanza sul territorio e la stesura di una strategia nazionale in tema di salute e sicurezza dei lavoratori.