Sondaggio - E tu, u parr ancora u dialetto? A Crotone sì e con orgoglio

Crotone - Il dialetto è parte viva della nostra identità. Lo si sente nei mercati, nei cortili, tra le mura di casa e nei commenti sui social...

A cura di Redazione
16 giugno 2025 15:00
Sondaggio - E tu, u parr ancora u dialetto? A Crotone sì e con orgoglio -
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Crotone – Il dialetto è parte viva della nostra identità. Lo si sente nei mercati, nei cortili, tra le mura di casa e nei commenti sui social. E a Crotone, nonostante i cambiamenti generazionali e culturali, il dialetto non solo resiste, ma è anche orgoglio.

Lo dimostrano i risultati del sondaggio lanciato dalla redazione di CrotoneOk.it, che ha chiesto ai lettori quanto e come utilizzino il dialetto nella vita quotidiana: il 46,55% dei partecipanti ha dichiarato di parlarlo sempre, anche in famiglia; il 41,38% lo usa solo con amici e parenti stretti; solo l’1,72% ha ammesso di non usarlo mai.

Un dato che evidenzia quanto il dialetto crotonese sia profondamente radicato nel tessuto sociale della città, anche se spesso non lo si parla correntemente, soprattutto tra i più giovani. Il sondaggio ha acceso un vivace dibattito anche sui social.

Antonio ha sottolineato la forza della lingua del Sud: «Chiedetevi il perché da Palermo a Napoli ci capiamo quasi alla perfezione tutti. Il nostro tanto demonizzato dialetto in realtà dialetto non è, la nostra è una lingua a tutti gli effetti.»

A lui si unisce Rosa, mamma orgogliosa: «Ai miei figli ho insegnato a parlare sia l’italiano che il dialetto, perché non devono vergognarsi di essere del Sud.»

C’è anche chi, come Roberto, ha portato il dialetto crotonese fuori regione: «Vivo in un paesino vicino Genova… ci l’è mparat pur all’amici genovesi!»

E infine il signor Antero, che lancia una proposta che merita attenzione: «Si dovrebbe mettere a studiarlo bene… anche in termini scolastici. Al Nord in alcune zone lo fanno. Se non si tramanda si perde l’identità. Una volta era quasi vergogna parlarlo, oggi per me è un pregio… una cultura da mantenere.»

Qualcuno ha anche scritto qualche frase tipica: «Ha vulat a Palumma», «Chi d’è compà tutt appost»

L’uso del dialetto, quindi, non è solo una questione linguistica, ma anche culturale. È una forma di memoria collettiva, di appartenenza, di trasmissione familiare. 

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